La temperanza è una virtù intrigante e creativa, spesso sottovalutata che venne spesso rappresentata dagli artisti. Un esempio notevole è fornito dal dipinto del 1470 di Piero del Pollaiolo, conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze.
La Temperanza, definita come la virtù del 'giusto mezzo', è una giovane fanciulla, prosopopea della virtù, che esprime, con i codici mimetici e gestuali, calma, compostezza e autocontrollo e che stempera il vino con l’acqua, simboli di concetti antitetici, come purezza e sensualità, semplicità e lusso, eccesso e sobrietà.
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La Temperanza del Pollaiolo |
Scopo della Temperanza è quello di governare nella persona umana gli slanci propri della sua natura. In tal senso, Aristotele insegnava che la temperanza "è una medietà relativa ai piaceri" [Etica Nicomachea III, 10].
Quindi la temperanza media le antitesi e crea ossimori:
- mediando sensualità e modestia crea il concetto di sensuale modestia;
- conciliando fra semplicità e lusso crea il concetto di lussuosa semplicità;
- temperando allegria e compostezza, genera una composta allegria.
Il suo compito è quello dominare gli impulsi evitando gli eccessi fisici ed emotivi: è nemica quindi delle iperboli.
La sua funzione è moderare gli slanci della natura umana. Non si oppone alle inclinazioni, ai desideri, alle simpatie, alle preferenze ma li fonde insieme in giusta misura, invitando a farne un uso ordinato e armonioso.
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La Temperantia di Giotto |
Ambrogio Lorenzetti, fra le allegorie del Buon Governo nel Palazzo Pubblico di Siena, presenta una Temperanza che tiene in mano una clessidra, come segno di esortazione a impiegare il tempo con saggio equilibrio;
Platone chiamava 'sophrosyne' la virtù del dominio di sé [Pl., Resp. IV, 430d].
Seneca ammoniva Lucilio [Ep. ad Luc., XI, 29] scrivendo “temperantia voluptatibus imperat” [la temperanza regola i piaceri].
"Est modus in rebus" traducibile con "esiste una misura nelle cose" è una celebre locuzione di Quinto Orazio Flacco, per alludere alla virtù della Temperanza.
Quindi, prima che essere una virtù riconosciuta dal Catechismo, la Temperanza era ben considerata e ammirata dagli uomini.
La temperanza appare anche nelle carte dei tarocchi, fra gli Arcani Maggiori, che contengono numerose figure archetipiche e ancestrali.
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La Temperanza di Ambrogio Lorenzetti |
Seneca ammoniva Lucilio [Ep. ad Luc., XI, 29] scrivendo “temperantia voluptatibus imperat” [la temperanza regola i piaceri].
"Est modus in rebus" traducibile con "esiste una misura nelle cose" è una celebre locuzione di Quinto Orazio Flacco, per alludere alla virtù della Temperanza.
Quindi, prima che essere una virtù riconosciuta dal Catechismo, la Temperanza era ben considerata e ammirata dagli uomini.
La temperanza appare anche nelle carte dei tarocchi, fra gli Arcani Maggiori, che contengono numerose figure archetipiche e ancestrali.
Nel video è raccontata la Temperanza del Pollaiolo.
OSSIMORI E SIMBOLI NELL'ICONOGRAFIA DELLA TEMPERANZA
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giovedì, ottobre 18, 2018
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