IL BUON SAMARITANO DI VINCENT VAN GOGH


Il buon Samaritano è un dipinto eseguito da Vincent van Gogh nel maggio del 1890, anno della sua morte, avvenuta il 29 luglio, ispirandosi a un passo del Vangelo di Luca. 

Il soggetto è invece derivato da una litografia del pittore francese Eugène Delacroix.

L'opera fu realizzata immediatamente dopo il recupero da una ricaduta della malattia, e può essere visto in essa il desiderio dell'artista di trovare conforto nella rappresentazione, come una via d'uscita dalla depressione, identificando se stesso in un modo o nell'altro con i soggetti della tela. 

La scena è ambientata lungo una strada sterrata, in mezzo a campi bruciati dal sole, che costeggia un fiume, dove, in primo piano, compaiono il buon Samaritano e il viandante.

Vincent van Gogh, Il buon Samaritano (1890), olio su tela, Kröller Müller Museum, Otterlo, Paesi Bassi

Il buon Samaritano, sceso da cavallo per soccorrere il viandante, risulta una perfetta rappresentazione del ruolo attanziale dell’aiutante. L'uomo è teso nello sforzo di sollevare il  corpo inerte, per poggiarlo sulla sella. Tutto la sua figura richiama questo sforzo: inarca la schiena fa leva con la gamba, punta il piede a terra e solleva il tallone che si stacca dalla calzatura, ha rimboccato le maniche per poter lavorare meglio. 

Quindi, il Samaritano è il soggetto, salvare la vita al ferito è l'oggetto, sempre il samaritano è aiutante, le condizioni pietose del bisognoso sono l'opponente, l'artista che dipinge l'opera è il destinante e chi come noi la ammira, il destinatario.

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Nella scena ritroviamo anche l’archetipo dell'orfano: derubato e malmenato, con un'evidente benda sulla testa, ancora privo di forze, l’uomo ferito viene sollevato e caricato faticosamente dal Samaritano sul cavallo. La sua corporatura pesante e inerme, diventa quasi, con un richiamo al modello attanziale precedentemente accennato, incolpevole opponente all'azione intrapresa dal Samaritano.

Bellissima anche la figura del cavallo che attende pazientemente che il carico gli sia posto sulla groppa. Ha le orecchie dritte pronto a percepire ed assecondare ogni movimento.

Le tre figure presenti in primo piano.
In questo fantastico gioco di inquadrature all'azione maestosa e drammatica in primo piano fanno da contrappeso le figure in secondo piano.

I due passanti indifferenti (il sacerdote e il levita) che hanno ignorato il ferito, li vediamo camminare sul sentiero nell'atto di svanire all'orizzonte in mezzo alle nuvole bianche, che si addensano sullo sfondo e si confondono con le pendici dei monti. 

Una splendida comparazione tra il loro stato d’animo, votato all'indifferenza e la loro collocazione “evanescente” all'interno dell'opera. 

Una delle due figure in secondo piano
È notevole la capacità di Vincent van Gogh di svelare le proprie emozioni, attraverso le sue raffigurazioni. Quando dipinge quest'opera vive una fase difficile della sua malattia, durante la quale si sente solo e abbandonato come l'uomo trovato ferito della parabola.

Per quanto concerne le categorie eidetiche, La struttura compositiva dell'opera è realizzata come un'istantanea che registra un equilibrio instabile delle figure, nel quale il Samaritano fa ogni sforzo per sollevare il peso inerte del ferito, che a sua volta, in posizione instabile, fa una forte pressione laterale sull'animale, che, per contrastare la spinta, sembra muoversi sulle zampe. Il movimento goffo dei due uomini, che quasi si abbracciano, il cui tracciato è una linea sinuosa, crea a sua volta il movimento naturalmente ondulato dei vestiti e che si diffonde sull'animale e sulle montagne sullo sfondo.

La somiglianza fra i tratti del Samaritano e quelli del pittore, e il suo stesso gesto di solidarietà vuole trasmettere l'idea che per aiutare davvero il prossimo, è necessario addossarsene il dolore e le difficoltà (sensazione rafforzata dal contrasto con le due piccole figure, il sacerdote e il levita, che si allontanano sullo sfondo dopo aver rifiutato di prestare soccorso al ferito).


Una diagonale attraversa, dall'angolo in alto a sinistra verso il basso a destra, il dipinto e divide in due triangoli e due differenti impostazioni cromatiche: nella parte superiore predominano i colori freddi e le linee ondulate, mentre in quella inferiore i colori sono caldi e i tratti brevi.
IL BUON SAMARITANO DI VINCENT VAN GOGH IL BUON SAMARITANO DI VINCENT VAN GOGH Reviewed by Polisemantica on lunedì, settembre 16, 2019 Rating: 5

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