SIMBOLI DEL CICLO DI AFFRESCHI DI MARIA ALLA SCROVEGNI

La cappella degli Scrovegni a Padova è uno scrigno ricco di tesori, artistici e simbolici.

Dopo aver analizzato il ciclo di Anna e Gioacchino, nel primo registro, parete nord, troviamo sei affreschi dedicati alla vicenda di Maria, madre di Gesù.

Natività di Maria
Presentazione di Maria al Tempio
Consegna delle verghe
Preghiera per la fioritura delle verghe
Sposalizio della Vergine
Corteo nuziale di Maria

Le Storie di Maria, dalla nascita allo sposalizio, si ispirano alla Leggenda Aurea di Jacopo da Varazze.

Anche qui abbonda la simbologia, che nasconde un significato che va al di là della bellezza delle immagini.


Anna, sempre vestita di arancione, colore della gioia e della vita, è sul suo letto, riconoscibile anche per la medesima coperta a righe che è nell'annuncio, all'interno della sua casa, la medesima che Giotto aveva dipinto quando la piccola non era ancora nata.

Le cortine gialle continuano ad alludere al grande cambiamento avvenuto: è nata Colei che sarà la madre di Dio, l'Immacolata, unica a essere venuta alla luce senza la macchia del Peccato Originale.

Nell'immagine vi è un percorso sequenziale, dove  vengono rappresentati due momenti distinti nel medesimo spazio visivo, per cui la bimba appare prima ai piedi del letto, accudita, lavata e fasciata da due ancelle e successivamente in braccio alla donna vestita di azzurro che la porge alla madre perché l'abbracci per la prima volta.

La fasciatura dei neonati erano una pratica comune nell'antichità: si pensava che così fasciato e ben stretto il bambino si sentisse protetto e coccolato, al sicuro e che tale fasciatura prevenisse problemi di portamento, alla muscolatura e all'apparato scheletrico.

La donna in azzurro, che qualcuno ha ipotizzato sia icona di una nobildonna della famiglia Scrovegni, con il colore della sua veste rappresenta simbolicamente  la trascendenza, il mistero divino.

Quindi Anna riceve questa bimba direttamente dal Cielo, dalla volontà divina di cui la donna in azzurro diviene prosopopea.

Alla porta una donna porta in dono dei panni candidi, richiamando alla mente i doni dei Magi che il figlio di Maria riceverà al momento della Sua nascita e alludendo alla purezza incontaminata della neonata che con un suo atto di obbedienza alla volontà divina, contribuirà alla salvezza dell'Umanità.



Nel secondo affresco, la Presentazione di Maria al Tempio, la scena è articolata in coppie di antitesi, così come avvenuto per la cacciata dal Tempio di suo padre Gioacchino.

Lo spazio è diviso tra fuori e dentro, tra famiglia e comunità, tra fine dell'infanzia e inizio della vita adulta.

La giovanissima Maria lascia la sua famiglia per entrare nel Tempio, prefigurazione della Chiesa, dove studierà e pregherà, si formerà e perfezionerà l'apprendimento delle leggi divine e il servizio a Dio.

E' un rito di passaggio, è l'offerta di Anna del suo più prezioso tesoro a Dio, da cui l'aveva a sua volta ricevuto, qualche anno prima.

Il passaggio di Maria è un'ascesa, un perfezionamento, come si evince dal fatto che accede alla nuova condizione di vita attraverso la scala. Implica inoltre il fatto che la Vergine avesse ricevuto una formazione culturale e non fosse una qualunque ragazza del popolo.

Il fatto che sia un grande cambiamento nella sua esistenza è evidenziato, come sempre, dall'uso del giallo, indossato da uno dei due uomini di spalle che commentano la scena.

Anna indossa sempre il suo abito arancione, simbolo di vita, ma stavolta è coperta da un mantello purpureo, come quello che ricopre il sacerdote, per sottolineare il valore paritetico della funzione familiare e di quella religiosa nella sana ed equilibrata formazione della sua bambina.

Dietro Anna appare Gioacchino, portando in una cesta gli effetti personali della giovane Maria, vesti bianche, candide come quelle che la ragazzina indossa, per simboleggiare la sua purezza.

I codici gestuali di Anna e del sacerdote rivelano l'offerta e l'accettazione del dono.

La scena è in perfetta antitesi con quella di Gioacchino che veniva allontanato dal Tempio, mentre sua figlia Maria vi viene accolta con onore.



La terza scena, la Consegna delle verghe, narra l'episodio in cui un gruppo di giovani aspiranti alla mano di Maria si stanno recando al tempio per consegnare le verghe e che saranno sorteggiati dal sacerdote.

Fra tanti giovani pretendenti che portano la verga, vi è anche Giuseppe, anziano, con la barba. Per miracolo la sua verga fiorirà.

Ciò sarà interpretato dai sacerdoti del Tempio come un segno divino e Maria sarà assegnata a lui affinché divenga la sua fidanzata e infine la sua sposa.

L'edificio è icona di un luogo sacro e quindi simbolo di una chiesa.

L'azzurro è il colore predominante, alludendo al fatto che tutto ciò che accade nella scena, dentro e fuori il Tempio, è voluto da Dio.

Giuseppe ha, unico, il mantello giallo, perché è la sua, di vita, che subirà, per sempre, un profondo cambiamento.



La scena continua nell'affresco successivo in cui tutti i pretendenti e i sacerdoti pregano affinché Dio mandi un segno per manifestare la sua volontà, indicando a chi la giovane Maria, ormai in età da marito, dovrà sposare.


Abbiamo poi il quinto affresco, con la scena del matrimonio di Maria.

Il luogo è sempre lo stesso, la scena è divisa a metà: da una parte gli uomini, dall'altra le donne.

Al centro la coppia formata da Maria e Giuseppe, lei pudica, con gli occhi bassi, lui stupito e ammirato che la osserva.

Al centro il sacerdote che li unisce in matrimonio, con la mano di Giuseppe che infila l'anello nel dito di Maria.

Giuseppe tiene con sé la verga fiorita sormontata da una colomba.

Il giglio è simbolo delle caste nozze fra l'anziano, che sarà il suo custode, e la fanciulla sempre vergine che diverrà madre, come allude il gesto della mano che si tocca il ventre.

La colomba è simbolo dello Spirito Santo che ha benedetto questo matrimonio e che sarà poi il vero artefice della virginale gravidanza di Maria.

Dietro Maria una delle tre donne è incinta, e la sua presenza simboleggia il destino di Maria, che accetterà di dare alla luce il Figlio di Dio.

I giovani pretendenti delusi hanno in mano le loro verghe e uno di loro esprime la sua rabbia e delusione spezzando la sua con il ginocchio.

La valenza simbolica di queste verghe, di questi bastoni, è molto forte.

L'episodio della fioritura delle verghe fu trattato nella Bibbia quando i rappresentanti delle dodici tribù di Israele avevano mormorato contro Mosè e gettato in discredito il sacerdozio di Aronne.

Portarono quindi un bastone nel tempio con inciso il nome di ciascuno. Fiorì solo quello di Aronne e questo fu il segno che la grazia di Dio era su di lui e che il suo sacerdozio era benedetto da Dio.

Quindi il bastone su cui fioriscono i gigli non è solo segno della castità di Giuseppe, ma anche della fedeltà di Dio a una storia d’amore con il suo popolo.

Il bastone è anche attributo del pastore che cura, protegge e guida il gregge, e il pastorale del vescovo è icona della verga fiorita, prima di Aronne poi di Giuseppe e, quindi, segno certo della guida divina.



L'ultima scena è riferita al Corteo nuziale di Maria.

La Vergine viene accompagnata in processione, dalle amiche e dai sacerdoti, presso la casa dello sposo Giuseppe, per concludere il rito del matrimonio.

Suonatori con strumenti musicali intonano un imeneo con viella e clarine in onore degli sposi. Giuseppe non è visibile perché attende Maria all'interno della sua casa, a Nazareth, la cui icona appare sullo sfondo.

Dalla finestra spunta una foglia di quercia e in quanto tale, secondo la simbologia cristiana rappresenta la forza,la virtù e la fede.

La quercia inoltre spesso viene raffigurata come "l'albero della vita" e dell'eternità in quanto portando in sé il seme maschile e il seme femminile, possiede il dono di procreare autonomamente.

Quindi questa potrebbe alludere alla miracolosa condizione della Vergine che senza aver conosciuto uomo, portava in sé, per virtù dello Spirito Santo la capacità di generare un figlio divino senza alcun intervento umano.

SIMBOLI DEL CICLO DI AFFRESCHI DI MARIA ALLA SCROVEGNI SIMBOLI DEL CICLO DI AFFRESCHI DI MARIA ALLA SCROVEGNI Reviewed by Polisemantica on venerdì, febbraio 22, 2019 Rating: 5

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