Quante volte la pubblicità prende spunto dall'arte?
E' il caso dell'immagine creata per la campagna di Trussardi, in cui un levriero appare seduto su una sedia e porta al collo una borsa del brand, oggetto dell'advertising.
Si tratta di un testo visivo sincronico, ovvero di una immagine in cui i simboli sono presentati simultaneamente e sta all'osservatore decidere da dove iniziare la scoperta dell'immagine e del suo significato.
Dal punto di vista dei segni, notiamo la presenza innanzitutto dell'icona di un cane, un levriero, simbolo di Trussardi, introdotto nel 1973 nel marchio del brand, che si rifà ai concetti di tradizione, eleganza, dinamicità e spirito di innovazione, come dichiarato dal figlio del fondatore.
Da sempre la simbologia del cane è stata un'elemento portante nell'iconografia.
Il cane è normalmente simbolo di fedeltà, e in questa immagine ci si riferisce alla fedeltà del brand nel tempo, ai suoi valori; alla fedeltà del brand nei confronti del proprio cliente, che si allude, sia suo padrone; infine alla fedeltà del cliente al brand, tale per cui non lo abbandonerà per acquistare prodotti di altri brand.
Il levriero, poi, fra i cani, ha sempre rivestito una connotazione nobile, raffinata, superiore.
Giambattista Tiepolo - Il banchetto di Cleopatra- 1743-1745 - National Gallery of Victoria (Melbourne) |
Era il cane della nobiltà, dei personaggi di rilievo e in tale veste è stato spesso raffigurato.
Basta osservare i levrieri presenti nelle opere del Tiepolo, dedicate all'incontro di Antonio e Cleopatra, nell'adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano o a quella di Piero della Francesca, in San Sigismondo, in cui appare accanto al nobile committente, o in San Giorgio e la Principessa, del Pisanello.
Piero della Francesca - Sigismondo Pandolfo Malatesta in preghiera davanti a San Sigismondo - 1451 - Tempio Malatestiano di Rimini |
Inoltre, il levriero in quanto usato per la caccia alla lepre, simboleggia l'animo costante nel seguire un'impresa.
Dal punto di vista antropologico è anche molto interessante la leggenda del Santo Levriero che salvò il bambino del suo signore da un serpente velenoso.
San Guinefort o Guignefort era un cane levriero vissuto nel XIII secolo, che fu oggetto di devozione popolare quale santo per i miracoli che scaturirono presso la sua tomba, oggetto di culto e pellegrinaggi nella zona di Lione, a Sandrans, tra Châtillon-sur-Chalaronne e Marlieux.
Ci rimangono ancora oggi delle immagini che lo ritraggono in paramenti sacri. Al di là della superstizione che sfiora la blasfemia, è però affascinante osservare la necessità di trasformare un animale in un santo per simboleggiare la sua azione fedele di protezione e salvezza nei confronti dell'Uomo.
San Cristoforo Cinocefalo, icona bizantina nel Museo Bizantino e Cristiano di Atene. |
La sedia, elemento simbolicamente portatore di concetti legati all'individualità e al prestigio personale (anticamente era un mobilio riservato solo a re, principi e gran sacerdoti) è lignea, materiale che, secondo le categorie semantiche, evoca idee di genuinità, tradizione, materia prima di qualità.
Interessante anche la sua forma, tradizionale ma di design, alludendo, per similitudine, alle caratteristiche dei prodotti di Trussardi, anche essi tradizionali, di qualità e oggetti di design.
La borsa al collo del levriero è assimilabile, simbolicamente, al mobile contenitore, portatore, dal punto di vista antropologico, dei concetti di custodia delle memorie, di scrigno della personalità, delle idee, dei segreti, dei ricordi e dei progetti del portatore, in altre parole della sua anima e della sua storia.
Il materiale usato sottolinea la sua genuinità, evocando una lavorazione a mano, artigianale.
Dal punto di vista dei codici prossemici e gestuali, il fatto che il cane sieda comodamente, con al collo una borsa di marca, rappresenta, oltre all'antropomorfizzazione dell'animale, che diviene prosopopea del cliente e quindi come lui privilegiato, individualista, ricco di storia, di memoria e di progetti, anche prosopopea del marchio stesso, che ha le identiche caratteristiche e che porta con sé, nei suoi prodotti, il proprio passato glorioso e il proprio futuro.
Vi è quindi un'identificazione tra la figura del cliente e quella del brand, entrambe simboleggiate dal levriero seduto.
Dal punto di vista della categorie eidetiche osserviamo le linee prevalentemente diagonali ascendenti (la schiena del cane, la sua zampa che sfiora la borsa, le gambe della sedia) che evocano i concetti di dinamismo, progresso e crescita, sottinteso, del brand e del suo fruitore.
I colori sono caldi, esprimono rassicurazione, tepore, tradizione, genuinità, tradizione.
In conclusione, lo scopo dell'immagine è, oltre quella, banale, di presentare il prodotto, quella di sottolineare la sostanziale similitudine tra il brand Trussardi e coloro che lo acquistano, uniti da valori quali la fedeltà a se stessi, la consapevolezza di essere unici e privilegiati, l'amore per la raffinatezza, la tradizione ma anche l'innovazione e il progresso, l'abitudine a circondarsi di oggetti e idee che rimandano alla qualità, alla genuinità, all'eccellenza e la capacità di guardare al futuro ricchi di un bagaglio di esperienza.
Un modo di raccontarsi comunicativamente valido e antropologicamente stimolante, basato sulla complicità e su uno stile elegante e sobriamente raffinato.
IL LEVRIERO DI TRUSSARDI E LA SUA SIMBOLOGIA
Reviewed by Polisemantica
on
mercoledì, gennaio 16, 2019
Rating:
Nessun commento:
Posta un commento