La comunicazione è ricca di stratagemmi comunicativi atti a rendere il testo più coinvolgente per il destinatario.
Una di tali tecniche è l'uso di una interessante figura retorica: la prosopopea.
In essa si introducono a parlare persone assenti o morte, o anche cose astratte, come la Gloria o la Libertà come se fossero vive e presenti.
Deriva dal greco antico prósopon, 'persona', e poiéo, 'faccio'.
In Letteratura ricordiamo il sonetto XXXII di Folgore di San Gimignano, quando parla dell'avarizia come se tale vizio avesse vita propria.
Ecco i versi:
Avarizia le genti ha preso all'amo,
ed ogni grazia distrugge e confonde;
però se eo mi doglio, eo so ben onde:
di voi, possenti, a Dio me ne richiamo.
In Pittura non possiamo non pensare alla Primavera di Botticelli e a Flora, la personificazione (o prosopopea) della stessa primavera che nella immagine indossa uno splendido abito fiorito mentre sparge a terra le infiorescenze che tiene in grembo, oppure a 'La libertà che guida il popolo' di Eugène Delacroix.
Flora, particolare de La Primavera di Sandro Botticelli |
La celebre partita a scacchi con la Morte ne Il Settimo Sigillo di Bergman |
La precedente edizione del logo Enel con l'evidente prosopopea |
IL MONDO DELLE FIGURE RETORICHE: LA PROSOPOPEA
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giovedì, agosto 08, 2019
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