LE PRESUPPOSIZIONI DEL CENSIMENTO DI BETLEMME

La scena del Censimento di Betlemme, dipinta a olio su tavola da Pieter Brueghel il Vecchio, datata 1566 e conservata nel Museo reale delle belle arti del Belgio di Bruxelles, è ambientata in un villaggio fiammingo d'inverno, coperto dalla neve.

Mentre una folla fa la fila davanti allo sportello dei funzionari del censimento, nella locanda alla "Corona Verde", per registrarsi e pagare le decime, è raffigurata la coppia evangelica con Giuseppe che tira l'asino su cui viaggia Maria.

Tutto intorno i personaggi sono occupati, come si riscontra in altri dipinti del maestro olandese, in una serie di attività quotidiane descritte con incredibile minuzia.

Il racconto evangelico viene trattato in modo non agiografico ma piuttosto come rappresentazione realistica di una vicenda di vita quotidiana.

Brueghel ha utilizzato  nella composizione della sua opera, la preterizione, figura retorica per cui si finge di non voler dir nulla di ciò di cui si sta parlando, e quindi lo si dice a chiare lettere, con l'intenzione di dare risalto all'informazione che si sembra voler tralasciare.

Infatti vediamo Maria incinta e Giuseppe si recano a Betlemme come due sudditi qualsiasi dell'Impero romano, confusi nella folla affaccendata, per adempiere a un obbligo imposto dall'istituzione, e invece sono proprio loro i protagonisti dell'opera, loro così anonimi sono presentati come, (utilizzando le presupposizioni, ovvero le conoscenze date per scontate nello spettatore), i portatori di un evento che cambierà la Storia e sarà una delle cause del declino e della fine dell'Impero stesso.

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Intanto, buona visione dell'analisi del dipinto