L'opera di cui sveliamo la simbologia è di Jean-Auguste Dominique Ingres (1780-1867), si intitola Età dell'oro, è un olio su tela, del 1862, ed è conservata a Cambridge, al Fogg Art Museum.
Nel 1839 vennero commissionate all'artista dal duca di Luynes, le pitture murali del suo castello a Dampierre, preso Parigi.
Il progetto iniziale prevedeva l'esecuzione di un'Età dell'oro e di un pendant raffigurante l'Età del ferro: incapace tecnicamente di eseguire l'affresco, scelse un procedimento ad olio poco consono ai suoi lunghi tempi di esecuzione; dopo circa dieci anni, inconsolabile per morte dell'amata moglie Madeleine (scomparsa il 27 luglio 1849) fu costretto ad abbandonare l'incarico e non riuscì mai a portare a termine l'impresa decorativa. Ci rimane dunque solo l'olio su tela.
L'idea di un'epoca dorata, l'Età dell'Oro, appunto, governata da Saturno, compare per la prima volta nel poema Le opere e i giorni di Esiodo, a metà dell'VIII secolo a.C.
Secondo il poeta greco si tratta della prima età mitica, il tempo di «un'aurea stirpe di uomini mortali», che «crearono nei primissimi tempi gli immortali che hanno la dimora sull'Olimpo. Essi vissero ai tempi di Crono, quando regnava nel cielo; come dèi passavan la vita con l'animo sgombro da angosce, lontani, fuori dalle fatiche e dalla miseria; né la misera vecchiaia incombeva su loro [...] tutte le cose belle essi avevano» (Le opere e i giorni, versi 109 e seguenti).
Esiodo descrive altre quattro ere che sarebbero succedute all'età dell'oro in ordine cronologico: l'età dell'argento, l'età del bronzo, l'età degli eroi e l'età del ferro. Tale climax discendente della condizione umana imposta da Zeus è dovuta alla creazione, ad opera degli dei, di Pandora, la prima donna, donata all'uomo perché fosse punito dopo aver ricevuto dal Titano Prometeo il fuoco, rubato da quest'ultimo agli dei.
Pandora è una similitudine della figura di Eva nei testi biblici: come Eva, a causa del peccato originale, nega all'uomo la vita felice nell'Eden, così Pandora apre un otre nel quale erano segregati tutti i mali che durante l'età dell'oro erano sconosciuti tra gli uomini.
Nell'opera riconosciamo in alto, l'icona di Saturno, che impugna la falce, simbolo delle messi e che osserva compiaciuto il luogo ameno che egli governa. La presenza della falce ricorda che gli uomini debbono al dio Saturno la conoscenza dell'arte dell'agricoltura.
La donna in bianco è icona di Demetra, dea delle messi, portatrice di stagioni, figlia di Saturno e simbolo di abbondanza o forse di Era, sua sposa.
Secondo il retore ateniese Isocrate, i più grandi doni di Demetra all'umanità furono i cereali (il cui nome deriva dal nome latino di Demetra, "Cerere"), che hanno reso l'uomo diverso dagli animali selvatici e i Misteri, che gli hanno consentito di coltivare speranze più elevate per la vita terrena e per ciò che dopo la vita verrà
Il ruscello è simbolo della vita e dell'eterna giovinezza che i felici abitanti ottengono semplicemente bevendo la sua acqua.
Le fanciulle che danzano in cerchio sono simbolo delle stagioni, dell'incessante ciclo della vita.
I frutti sono simbolo dell'abbondanza, della prosperità perenne.
Il cane e il coniglio, sono simbolo di fedeltà e passione, che in questo luogo felice, riescono a trovare il perfetto e armonioso equilibrio, donando alle coppie l'eterna felicità.
Insomma, abbiamo l'immagine archetipica del Paradiso perduto, popolata di innocenti, di cui l'umanità è rimasta orfana e al quale aspira, vagheggiandone il ritorno.
L'ETÀ DELL'ORO
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mercoledì, gennaio 02, 2019
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