Fra poco ci saranno le elezioni e in questo periodo ciascun partito si presenta ai potenziali elettori con promesse e programmi che talvolta verranno mantenuti altre volte disattesi. Ma al di là delle parole dette e scritte, dalle verità e dalle menzogne, è interessante dare un'occhiata all'uso di segni, colori e forme usati per realizzare i simboli dei partiti. Le parole possono sviare l'opinione pubblica ma le forme difficilmente mentono.
Interessante notare per prima cosa l'antitesi esclusività/partecipazione espressa, anche se inconsciamente, con l'utilizzo del cerchio come categoria eidetica. Il cerchio è una forma che rimanda, secondo studi sulla percezione umana, all'idea del privilegio, della chiusura, dell'élite. In altri termini, chi è dentro è dentro, chi è fuori, peggio per lui.
La stessa scheda elettorale con l'accumulazione dei cerchi, diventa quindi accumulazione di esclusività invece che di partecipazione. In effetti, il cerchio non può, per sua natura intrinseca, esprimere democratica partecipazione, perché la sua essenza, il suo valore semantico è quello dell'esclusività, tanto è vero che viene usato (scientemente) dagli art director per le pubblicità del mondo della moda e del lusso, che tutto intendono esprimere tranne la compartecipazione solidale.
All'interno del cerchio cosa troviamo?
Per due dei principali partiti, PD e Forza Italia, dominano i colori della bandiera italiana, quindi con un'identificazione tra il partito e la sua idea di essere il vero referente dell'Italia. Una sineddoche (figura retorica che intende esprimere con una parte il tutto) molto forte negli intenti, che forse pecca un po' di presunzione.
Per il PD vi è l'identificazione assoluta con una linea solida orizzontale, forma che rimanda all'idea di forza statica. Al di sotto troviamo l'elemento generativo dell'Ulivo, simbolo di pace, di rinascita.
Per Forza Italia, oltre all'icona della bandiera sventolante, troviamo la linea diagonale, indicante crescita e la funzione imperativa presente nella dicitura "Forza Italia", un vero e proprio slogan, sia da intendere come sprone (ce la fai Italia!) sia da intendere, con un calembour, un gioco di parole con doppio senso, come valore (la Forza dell'Italia), facendo intendere che il partito rappresenta ed è rappresentato dalla vera forza dell'Italia. Non manca un'ulteriore sineddoche, in quanto la metà inferiore del cerchio è occupata dal nome del leader del partito, che intende rappresentare l'icona del vero italiano, liberale, tradizionalista, amante della libertà, innanzitutto.
Il Movimento 5 Stelle punta sulla consolidata metafora presente nelle valutazioni di una location (hotel, ristorante) o di un prodotto/servizio (Amazon, Facebook). Non dimentichiamo però il vero significato del simbolo: Le cinque stelle rappresentano le 5 tematiche molto care al Movimento e relative ad acqua pubblica, mobilità sostenibile, sviluppo, connettività e ambiente
La componente digitale che esprime per similitudine la reticolarità alla base del movimento con le connessioni tipiche della Rete, di Internet viene ribadita dalla dicitura ilblogdellestelle.it.
La Lega ha eliminato la connotazione "Nord" a livello verbale, anche se rimane molto forte per la presenza dell'icona di Alberto da Giussano, eroe del Nord Italia al tempo del Barbarossa, che con la spada taglia in due la scritta. Tale scelta grafica può essere intesa come il cambiamento avvenuto all'interno del partito ma può anche essere intesa come un asta di cui la dicitura diventa vessillo. Qui troviamo, come in Forza Italia, la sineddoche con il nome dell'esponente di spicco del partito.
L'UDC ricorre alla frase "Noi con l'Italia" in cui domina il metatesto. Infatti il maiuscolo utilizzato per "Noi" e "Italia" evidenzia concettualmente un forte identificazione. In pratica anche questo partito si pone come garante, difensore e rappresentante dell'italianità e anzi, come icona del perfetto italiano. Come per il PD nella parte inferiore emerge l'elemento generativo (archetipo) rappresentato dallo storico scudo crociato della Democrazia Cristiana "abbracciato" dal tricolore. Si tratta di un elemento che strizza l'occhio ai nostalgici della Democrazia Cristiana e a coloro che in tali valori credono, senza però avere l'ardire di esplicitarlo.
L'assoluto in fatto di impiego delle categorie eidetiche di esclusività lo raggiunge Fratelli d'Italia: ritroviamo infatti due cerchi inscritti uno nell'altro, come il mastio all'interno di una roccaforte. In quello più grande domina la sineddoche del leader del movimento, in quella inferiore il marchio tradizionale.
Ancora oltre vanno le coalizioni raggruppate in un'unico simbolo. Come nel caso di Civica Popolare dove i cerchi dei 5 movimenti e/o partiti vengono in qualche modo sorretti da una linea curva, che cerca di abbracciare le singole individualità, mentre al di sotto, ben isolato troviamo il nome/sineddoche dell'esponente di spicco della coalizione. Un fiore giallo (colore indice di cambiamento) a 5 petali come i 5 movimenti/partiti è posto in alto, in posizione prevalente. Da segnalare un oggetto mancante (sottinteso): la parola "lista" composta da 5 lettere e recuperata idealmente, nella sua enumerazione, dai 5 simboli.
Altra sineddoche nel partito "Più Europa" di Emma Bonino, dove il simbolo + in colore giallo, indica sia il concetto dinamico di avere maggiori valori europei ma rimanda, per comparazione, anche all'esperienza europea del leader del movimento, sul cui sfondo domina lo stesso colore.
L'altra "anima" del centrosinistra è rappresentata invece da tre cerchi in cui la dicitura "insieme", con tanto di pallini rossi e foglie d'ulivo stilizzate, collocata in centro tenta di "fare da collante".
Ultima sineddoche quella di Pietro Grasso con "Liberi e uguali", fantastica dicotomia di cui i vari editorialisti delle teste giornalistiche si sono già abbondantemente interessati. Da segnalare infatti che la parola "liberi" è in minuscolo antiteticamente a "UGUALI" che appare in maiuscolo, quasi a significare che la seconda è più importante e che se qualcosa si dovesse sacrificare, meglio eliminare la libertà individuale piuttosto che la uguaglianza tra tutti gli individui, concetto alla base di regimi stanilisti o leninisti più che di un apparato democratico in cui la libertà è (dovrebbe essere) alla base. Il tutto appare su uno sfondo rosso di passione "politica" e di rimando al colore storicamente simbolico dell'area politica di provenienza del movimento.
Metafora "lampante" e scontata per "Energie per l'Italia" di Parisi, con le tre lampadine con i colori italici e la consueta sineddoche del nome dell'esponente di spicco, sottostante.
Insomma una carrellata appassionante di forme e colori che rivelano forse, molto più di quanto leader e uffici stampa vogliano comunicarci sui più profondi intenti e identità di ciascuna forza politica in lizza per il governo del nostro Paese.
I SIMBOLI DEI PARTITI POLITICI
Reviewed by Polisemantica
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domenica, febbraio 04, 2018
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