Questo il discorso fatto da Macron durante la sua cerimonia di insediamento, il 14 Maggio 2017:
"Il mondo intero ha guardato le presidenziali e si è chiesto se i francesi avrebbero deciso di ripiegarsi sul passato, se avrebbero lasciato la scena della storia e avrebbero ceduto allo spirito di divisione, invece il popolo francese ha abbracciato il futuro. Il mondo e l'Europa hanno oggi più che mai bisogno della Francia, di una Francia forte, sicura del suo destino, di una Francia che porti alta la voce della libertà e della solidarietà, che sappia inventare il futuro. Il mondo ha bisogno di quello che i francesi hanno sempre insegnato, cioè l'audacia della libertà, l'esigenza dell'uguaglianza e la volontà della fraternità".
Ecco dal punto di visto semiotico il senso della sua dichiarazione:
"Il mondo intero" è iperbole, sineddoche e prosopopea.
È iperbole in quanto è un'esagerazione affermare che tutti i miliardi di esseri umani viventi siano interessati all'avvicendamento politico in Francia.
L'iperbole [dal greco hyperbolé, eccesso] è una figura retorica che consiste nell'esagerazione nella descrizione della realtà tramite espressioni che l'amplifichino, per eccesso o per difetto.
È una sineddoche in quanto parla del mondo ma si riferisce a una parte di esso.
La sineddoche [dal greco, attraverso il latino synecdoche, in italiano "ricevere insieme"] è una figura retorica che consiste nell'uso, in senso figurato, di una parola al posto di un'altra mediante l'ampliamento o la restrizione del senso. Una parte per il tutto o il tutto per una parte.
È una prosopopea perché nel suo discorso il mondo diventa una sorta di entità dotata di volontà propria, come un individuo.
La prosopopea [dal greco antico prósopon, faccia, persona, e poiéin, fare, agire] è una figura retorica che si ha quando si fanno parlare o agire oggetti inanimati o animali, come se fossero persone.
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Il passaggio di consegne all'Eliseo tra Hollande e Macron |
L'implicito, o implicazione è la conseguenza logica o necessaria; intimo rapporto consequenziale.
"Francia sicura del suo destino" ancora prosopopea con una serie di funzioni comunicative: emotive soprattutto, con la volontà di scuotere gli animi, di inorgoglire i francesi e destare ammirazione dal parte degli stranieri, estetiche per l'uso di figure retoriche atte ad abbellire il discorso. Anche metalinguistiche, naturalmente, perché dietro a ogni discorso politico con un linguaggio si parla in un altro linguaggio, in una sorta di codice segreto per adepti.
In "l'audacia della libertà, l'esigenza dell'uguaglianza e la volontà della fraternità" Macron utilizza un chiasmo per rendere più avvincente il discorso, con una serie di implicazioni [la libertà audace, l'uguaglianza da esigere, la fraternità da volere] con allusione al motto della République.
Il chiasmo o chiasma [letteralmente dal greco "struttura a croce di chi greco"] è la figura retorica in cui si crea un incrocio immaginario tra due coppie di parole, in versi o in prosa, con uno schema sintattico di AB,BA.
MACRON E IL SIGNIFICATO DEL SUO DISCORSO DI INSEDIAMENTO
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domenica, maggio 14, 2017
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