La vicenda di Café Society, film scritto e diretto da Woody Allen nel 2016, è ambientata negli anni Trenta del secolo scorso e racconta del giovane e genuino Bobby che decide di partire per Los Angeles per tentare la strada del successo nel mondo del cinema, cercando, grazie all'aiuto dello zio Phil, di diventare un agente cinematografico.
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Woody Allen discute con Kristen Stewart e Jesse Eisenberg durante le riprese del film |
Qui incontra la bella e giovane Vonnie, segretaria e amante segreta dello zio, se ne innamora e decide di sposarla. Scopre però l'amara verità e, lasciata l'amata Vonnie, torna a New York dove tenta di ricostruirsi una vita e dal punto di vista professionale ci riesce egregiamente, mentre affettivamente, pur sposando una bellissima donna e diventando padre, no. È sereno, ma non riesce più a essere felice. Qualche anno dopo rincontra Vonnie, moglie del ricco zio e ne diviene l'amante.
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Bobby e Vonnie nel periodo della loro frequentazione a Los Angeles |
Ritroviamo in Woody Allen l'utilizzo delle principali strutture semionarrative.
Modello attanziale
- Soggetto - Bob
- Oggetto - vivere una vita semplice e felice con Vonnie
- Aiutante - il suo modo di essere genuino e affettuoso
- Opponente - Vonnie e il suo desiderio di stabilità economica e posizione sociale
- Destinante - il "clima" di Los Angeles che spinge Vonnie a desiderare ricchezza e successo a ogni costo
- Destinatario - Bob, che una volta divenuto ricco a New York può godere il piacere di avere Vonnie, ma non l'amore puro e totale che avrebbe desiderato
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Vonnie, l'opponente di Bob per il suo desiderio di avere un'adeguata posizione sociale |
Quadrato semiotico
- Genuino - il giovane Bob
- Corrotto - il fratello di Bob, che è un gangster che finirà sulla sedia elettrica
- Non Genuino - Vonnie, che non svela mai la sua doppia storia d'amore ai suoi due uomini ma che apprezza il candore di Bob
- Non Corrotto - lo zio di Bob, Phil, faccendiere potente e agente delle star, ma in fondo brav'uomo
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Uno degli incontri con produttori e star nella villa dello zio impresario Phil |
La stessa lacrima dorata sul viso della ragazza nella locandina, diventa l'
allegoria della tristezza della bella vita, a sua volta
ossimoro (bella vita triste).
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L'allegorica lacrima dorata nella locandina del film |
Nel suo complesso il film risulta una ben riuscita
allegoria dell'amore imperfetto, del piacere negato, della falsità che diviene abitudine di vita e che corrompe gli animi anche dei più onesti e dell'entusiasmo e freschezza giovanile tradita.
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