I GIARDINI DI MARZO, LUCIO BATTISTI E L'ALLEGORIA DEL MALE DI VIVERE


Il bellissimo testo, scritto da Mogol in chiave autobiografica, non è solo metafora degli anni dell'infanzia propria e di tanti altre persone che erano bambini durante il dopoguerra, tra povertà e difficoltà familiari, ma è ricco di ulteriori significati polisemantici.

La canzone, 15º singolo di Lucio Battisti, è stata pubblicata il 24 aprile 1972 per la casa discografica Numero Uno e fa parte dell'album "Umanamente uomo. Il sogno".



All'interno del testo troviamo l'allegoria della difficoltà di vivere, di liberarsi dalle ombre che attanagliano l'anima.

Sono presenti iperboli ("in fondo all'anima cieli immensi"), ("l'universo trova spazio dentro me"), ("ad un tratto dicesti "tu muori").

Tra le altre figure retoriche si segnalano anche:
  • allegoria della bellezza e della libertà ("fiumi azzurri e colline e praterie");
  • metafora ("I giardini di marzo si vestono di nuovi colori");
  • prosopopea ("dove corrono dolcissime le mie malinconie");
  • litote ("ma non una parola chiarì i miei pensieri").

ADV




Il bellissimo testo è purtroppo anche metafora delle condizioni economiche e sociali di tante persone anche ai nostri giorni, trascorsi tra angoscia, paura del futuro e privazioni.


Ecco il testo

Il carretto passava e quell'uomo gridava gelati
al 21 del mese i nostri soldi erano già finiti
io pensavo a mia madre e rivedevo i suoi vestiti
il più bello era nero coi fiori non ancora appassiti

All'uscita di scuola i ragazzi vendevano i libri
io restavo a guardarli cercando il coraggio per imitarli
poi sconfitto tornavo a giocar con la mente i suoi tarli
e alla sera al telefono tu mi chiedevi perché non parli

Che anno è che giorno è
questo è il tempo di vivere con te
le mie mani come vedi non tremano più
e ho nell'anima
in fondo all'anima cieli immensi
e immenso amore
e poi ancora ancora amore amor per te
fiumi azzurri e colline e praterie
dove corrono dolcissime le mie malinconie
l'universo trova spazio dentro me
ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è

I giardini di marzo si vestono di nuovi colori
e le giovani donne in quei mesi vivono nuovi amori
camminavi al mio fianco e ad un tratto dicesti "tu muori
se mi aiuti son certa che io ne verrò fuori"
ma non una parola chiarì i miei pensieri
continuai a camminare lasciandoti attrice di ieri

Che anno è che giorno è
questo è il tempo di vivere con te
le mie mani come vedi non tremano più
e ho nell'anima
in fondo all'anima cieli immensi
e immenso amore
e poi ancora ancora amore amor per te
fiumi azzurri e colline e praterie
dove corrono dolcissime le mie malinconie
l'universo trova spazio dentro me
ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è


I GIARDINI DI MARZO, LUCIO BATTISTI E L'ALLEGORIA DEL MALE DI VIVERE I GIARDINI DI MARZO, LUCIO BATTISTI E L'ALLEGORIA DEL MALE DI VIVERE Reviewed by Polisemantica on venerdì, settembre 07, 2018 Rating: 5

Nessun commento:

Powered by Blogger.