La canzone di Simone Cristicchi "La prima volta che sono morto" contiene sin dal titolo un paradosso, essendo impossibile morire per più di una volta.
La frase "dopo tre giorni non sono risorto" è una citazione alla Resurrezione di Gesù Cristo, con la presupposizione che l'uditorio conosca la vicenda.
Abbiamo la similitudine: "sono atterrato sul pavimento, come da un platano cadon le foglie" e la metafora dell'aldilà: "Sembra più una scuola serale, tipo un corso di aggiornamento, dove si impara ad amare al vita in ogni singolo momento".
La canzone è un'ironica metafora del momento del trapasso e di tutte le tristi incombenze dell'evento, ma anche la desolata allegoria dell'esistenza di tanti che credono di essere vivi ma non lo sono, che non godono di ogni attimo che la vita regala rimpiangendo poi di non "parlare di più con mio figlio, girare il mondo con mia moglie lasciare quel posto alla Regione e vivere finalmente su un’isola… "
Manca solo la citazione finale di ungarettiana memoria: "fa' che la morte mi colga vivo".
Ecco il testo della canzone:
La prima volta che sono morto non me ne sono nemmeno accorto
mi ero distratto solo un secondo, l’attimo dopo ero già sepolto.
La prima volta che sono morto, ho immaginato fosse uno scherzo,
mi sentivo abbastanza tranquillo, ma dopo tre giorni non sono risorto.
È successo così all'improvviso, lo scorso sabato mattina
il mio cuore ha cessato di battere mentre giocavo la schedina
sono atterrato sul pavimento, come da un platano cadon le foglie
non ho nemmeno avuto il tempo di dare un ultimo bacio a mia moglie.
L’ambulanza è arrivata in ritardo, quando non c’era più niente da fare
solo chiamare le pompe funebri e organizzare il mio funerale, poi
prenotare la chiesa, avvisare i parenti, scrivere il necrologio,
qualcuno mi ha tolto il pigiama e infilato il completo, quello del matrimonio.
La prima volta che sono morto non me ne sono nemmeno accorto
mi ero distratto solo un secondo, l’attimo dopo ero già sepolto.
La prima volta che sono morto, ho immaginato fosse uno scherzo,
mi sentivo piuttosto tranquillo, ma dopo tre giorni non sono risorto.
È così che sono finito in quello che chiamano “sonno eterno”,
non è vero che c’è il paradiso, il purgatorio, e nemmeno l’inferno.
Sembra più una scuola serale, tipo un corso di aggiornamento
dove si impara ad amare al vita in ogni singolo momento.
Il pomeriggio passeggio con Chaplin, poi gioco a briscola con Pertini,
e stasera si va tutti al cinema, c’è il nuovo film di Pasolini!
Ieri per caso ho incontrato mio nonno, che un tempo ha fatto il partigiano,
mi ha chiesto: “L’avete cambiato il mondo?”
Nonno… lascia stare, dai …ti offro un gelato!
La prima volta che sono morto non me ne sono nemmeno accorto
ma ho realizzato dopo un secondo, che si sta meglio nell'altro mondo.
Ma se dovessi rinascere ancora, cosa mi importa del destino?
Cambierei sulla tomba la foto con quella faccia da cretino.
Certo, mi ero visto un po’ pallido… pensavo fosse il neon dello specchio.
Il dottore me l’aveva detto: “Fumi meno! Pochi alcolici!”
E chi fumava? Ero pure astemio.
Certo un po’ di sport in più, meno televisione…
Quante cose avrei voluto fare che non ho fatto,
parlare di più con mio figlio, girare il mondo con mia moglie
lasciare quel posto alla Regione e vivere finalmente su un’isola…
E vabbè sarà per la prossima volta!
Il video della canzone:
SIMONE CRISTICCHI E L'ALLEGORICA 'LA PRIMA VOLTA CHE SONO MORTO'
Reviewed by Polisemantica
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martedì, febbraio 12, 2013
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