IL FORMAT MASTERCHEF: BREVE ANALISI POLISEMANTICA


MasterChef Italia è la versione italiana del talent show culinario MasterChef, che stasera. 21 febbraio 2013, vedrà il suo epilogo stagionale, con la sfida dei tre finalisti.

Tutti e tre i finalisti, Andrea, Maurizio e Tiziana, sono risultati più volte "i migliori" della puntata, dimostrando strategia, abilità, passione, determinazione e capacità di gestire lo stress, proprio come accade nella cucina di un vero ristorante.

I giudici sono i cuochi Bruno Barbieri e Carlo Cracco e il ristoratore Joe Bastianich. Il successo della prima edizione ha portato, oltre ad organizzarne una nuova, a trasmettere le prime due stagioni della versione americana di MasterChef (con Bastianich che doppia se stesso) su SkyUno HD, e perfino a creare parodie del programma all'interno de Gli Sgommati e Crozza nel Paese delle meraviglie.

Il format esportato in 38 Paesi, funziona per una serie di motivi fra i quali il fatto che le varie pietanze che si devono realizzare divengono segni, di volta i volta dell'identità culturale dove sono stati ideati, oppure della creatività di chi li ha proposti.

Altro elemento di successo del programma è la caratterizzazione dei concorrenti, che diventano protagonisti incarnando ruoli narrativi, ovvero archetipi, come:
  • il Viandante, ovvero lo chef che ha è stato in diversi ristoranti, o ha sperimentato diverse cucine, senza trovare ancora una propria dimensione 
  • il Mago, che riesce sempre a tirare fuori, anche nell'apparente incongruenza degli ingredienti, un piatto creativo e originale
  • l'Innocente, che ha paura sempre di sbagliare e di essere quindi eliminato dalla competizione
  • il Martire, che viene sempre criticato per i suoi piatti e sopporta con rassegnazione ogni epiteto 
  • l'Orfano, a cui manca sempre il tempo o l'ingrediente giusto per il proprio manicaretto e ovviamente 
  • il Guerriero, che affronta ogni sfida culinaria come se dovesse essere l'ultima della sua carriera.
Ulteriore aspetto vincente di ogni puntata è il modello attanziale al suo interno.

Ci sono i soggetti (concorrenti) che hanno un oggetto (vincere la sfida), aiutanti (i vari ingredienti e la loro maestria), opponenti (i giudici e le difficoltà connesse a ogni prova).

Naturalmente abbiamo un destinante (SKY) e un destinatario (il pubblico a casa).

La parodia, sovente indice di successo di un format, come quella di Maurizio Crozza nel Paese delle Meraviglie, intitolata Bastardchef , dovrebbe essere in teoria uno stereotipo di Masterchef , ma ha avuto un successo così grande da diventare un prototipo per le sue modalità originali di sbeffeggiare i tic e le strutture narrative del programma.

Leggi anche:

I RUOLI NARRATIVI E LA METAFORA DI MASTERCHEF
IL FORMAT MASTERCHEF: BREVE ANALISI POLISEMANTICA IL FORMAT MASTERCHEF: BREVE ANALISI POLISEMANTICA Reviewed by Polisemantica on giovedì, febbraio 21, 2013 Rating: 5

2 commenti:

Zio Scriba ha detto...

eheh... come sempre sono in controtendenza... e parlo anche dei programmi di cucina in generale... quando erano una novità mi appassionavano (ce n'erano di bellissimi sulla Svizzera Italiana)... adesso se solo intravvedo qualcuno che spentola cambio canale: cheppalle! ormai gli italioti non pensano ad altro, mandano pure in classifica i libercoli, di cucina!!!!

Per quanto riguarda poi questi format di massa non posso non notare come sky, nata come tv d'élite, stia ormai diventando una specie di retequattro anni 80... :-(

Ecco, un aspetto curioso da approfondire: per anni è stata la televisione commerciale e generalista a INFERIORIZZARE il pubblico. Adesso è la domanda del pubblico pre-inferiorizzato a INFERIORIZZARE la tv in generale.

Polisemantica ha detto...

commento acuto e intelligente.

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