La Conversione Odescalchi, capolavoro di Michelangelo Merisi, è un esempio notevole che illustra al meglio l'applicazione delle categorie eidetiche, riguardanti la forma e la disposizione dei soggetti rappresentati, oltre ai codici prossemici e cinetici, riguardanti rispettivamente la posizione e il movimento dei medesimi soggetti nello spazio
Il vero nome del capolavoro è Conversione di san Paolo [o Conversione di Saulo], realizzato tra il 1600 e il 1601. Di proprietà della famiglia romana Odescalchi, prende questo nome per distinguerlo da un altro dipinto di Caravaggio sullo stesso tema, conservato nella cappella Cerasi della basilica di Santa Maria del Popolo a Roma.
Tra le pochissime opere di Caravaggio ancora in mano privata, la Conversione Odescalchi è sicuramente il dipinto di maggiore qualità, e di attribuzione incontrovertibile.
Soprattutto dimostra che le osservazioni raccolte da Kandinsky in "Punto Linea e Superficie" concernenti le regole compositive delle arti figurative [e non solo] sono confermate e facilmente rintracciabili nei capolavori dell'Arte Occidentale.
Prendiamo in considerazione le linee di forza che sono alla base di questa composizione.
Come suggerisce lo stesso nome si tratta di linee [immaginarie] lungo le quali vengono disposti e rappresentati i vari elementi.
In genere le rappresentazioni inscritte in superfici rettangolari presentano due linee di forza principali, che attraversano la superficie congiungendo le sue estremità o i suoi punti focali.
Nel caso di Caravaggio le splendide diagonali disarmonica ed armonica, vere e proprie direttrici rispettivamente di dinamismo ed equilibrio definiscono come meglio non si potrebbe i cardini della vicenda rappresentata.
Ecco il video con l'analisi del capolavoro, raccontato da Ars Europa.
In quest'altro video, sempre di Ars Europa, invece una splendida raccolta dei capolavori di Caravaggio. Buona visione!
Il vero nome del capolavoro è Conversione di san Paolo [o Conversione di Saulo], realizzato tra il 1600 e il 1601. Di proprietà della famiglia romana Odescalchi, prende questo nome per distinguerlo da un altro dipinto di Caravaggio sullo stesso tema, conservato nella cappella Cerasi della basilica di Santa Maria del Popolo a Roma.
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La Conversione di san Paolo (o Conversione di Saulo), realizzata tra il 1600 e il 1601 da Caravaggio |
Soprattutto dimostra che le osservazioni raccolte da Kandinsky in "Punto Linea e Superficie" concernenti le regole compositive delle arti figurative [e non solo] sono confermate e facilmente rintracciabili nei capolavori dell'Arte Occidentale.
Prendiamo in considerazione le linee di forza che sono alla base di questa composizione.
Come suggerisce lo stesso nome si tratta di linee [immaginarie] lungo le quali vengono disposti e rappresentati i vari elementi.
In genere le rappresentazioni inscritte in superfici rettangolari presentano due linee di forza principali, che attraversano la superficie congiungendo le sue estremità o i suoi punti focali.
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La diagonale disarmonica (1) e la diagonale armonica (2) nel capolavoro di Caravaggio |
- Da una parte Paolo su linea disarmonica, i cui piedi emergono da un buio terrificante e il cui colore, nella progressione del corpo, assume tonalità che da cadaveriche si fanno via via sempre più vive, fino al culmine del volto accecato.
- Dall'altra parte la direttrice armonica (ribadita dalla lancia del soldato) che congiunge, a testimonianza della fede ritrovata le figure di Paolo e del Cristo, quest'ultimo sorretto da un magnifico angelo.
Ecco il video con l'analisi del capolavoro, raccontato da Ars Europa.
In quest'altro video, sempre di Ars Europa, invece una splendida raccolta dei capolavori di Caravaggio. Buona visione!
ANALISI DELLA CONVERSIONE ODESCALCHI DI CARAVAGGIO
Reviewed by Polisemantica
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venerdì, ottobre 05, 2018
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