Cosa rivela la celebre scena della divisione del mantello, la più conosciuta delle vicende legate alla figura di San Martino?
Martino nacque a Sabaria Sicca (odierna Szombathely, in Ungheria) nel 316 in un avamposto dell'impero romano alle frontiere con la Pannonia.
Il padre, che era tribuno militare, gli diede il nome di Martino in onore di Marte, il dio della guerra.
Trascorse l'infanzia a Pavia, dove il padre, ormai veterano, aveva ricevuto un podere.
Nel 331 un editto imperiale obbligò tutti i figli di veterani ad arruolarsi nell'esercito romano e così Martino entrò a far parte delle Scholae imperiali, come vediamo in questi affreschi eseguiti da Simone Martini tra il 1313 e il 1318 nella basilica inferiore di san Francesco ad Assisi.
Fu inviato ad Amiens e lì passò la maggior parte della sua vita da soldato.
Essendo un circitor, il suo compito era la ronda di notte e l'ispezione dei posti di guardia e delle guarnigioni.
Durante una di queste ronde, nel rigido inverno del 335, Martino incontrò un mendicante seminudo. Senza esitare, mosso a compassione, tagliò a metà la sua clamide bianca della guardia imperiale e la condivise con il mendicante.
La notte seguente vide in sogno Gesù rivestito della metà del suo mantello militare e lo udì dire ai suoi angeli: «Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito».
Quando si risvegliò il suo mantello era tornato intero.
Il miracolo è quindi allegoria del fatto che la condivisione ha in sé il dono di assicurare a ciascuno di coloro che ne godono e al donatore, il medesimo beneficio, decuplicando il valore stesso di ciò che si offre, con una similitudine al miracolo della moltiplicazione del pane e dei pesci.
"E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa" Matteo 10,42
Il mantello miracoloso venne conservato come reliquia ed entrò a far parte della collezione di reliquie dei re Merovingi dei Franchi.
In latino medievale per indicare il "mantello corto", si usava il termine cappella, e coloro che ebbero l'incarico di conservare e custodire tale reliquia vennero chiamati , per assonanza,"cappellani".
A Pasqua del 339 ricevette il battesimo, ma rimase comunque nell'esercito per altri 20 anni
A circa quarant'anni, decise di lasciare l'esercito.
Dopo un periodo di eremitaggio tornò a Poitiers, divenne monaco e fondò uno dei primi monasteri d'occidente, a Ligugé.
Nel 371 i cittadini di Tours lo vollero loro vescovo.
Secondo la leggenda, Martino era riluttante a diventare vescovo, motivo per cui si nascose in una stalla piena di oche; il rumore fatto da queste rivelò però il suo nascondiglio alla gente che lo stava cercando.
Per questo motivo l'oca fu a lungo associata alla festa di san Martino, divenendone un emblema.
Oltre ad avere fama di taumaturgo, era un uomo dotato di carità, giustizia e sobrietà.
Nel 375 fondò a Tours un monastero, che divenne in seguito noto come Marmoutier.
Morì l'8 novembre 397 a Candes-Saint-Martin.
Il suo corpo fu ricondotto a Tours, navigando lungo la Loira, dove giunse l’11 novembre, per le esequie.
San Martino è protettore degli albergatori, fanti, forestieri, cavalieri, fabbricanti di maiolica, militari, mendicanti, osti, vendemmiatori, viticoltori, sarti, sinistrati e oche.
La sua figura è simbolo di condivisione, compassione e solidarietà.
SAN MARTINO, LA DIVISIONE DEL MANTELLO E LA MOLTIPLICAZIONE DEL BENEFICIO
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lunedì, novembre 11, 2019
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