Nella Colazione sull'erba di Édouard Manet, capolavoro del 1863 conservato presso il museo d'Orsay di Parigi, che tanto fece discutere i critici e il pubblico del tempo, al punto che fu accusata di essere indecente, scabrosa, scandalosa, vi è la perfetta iconicità.
L'autore non vuole lanciare messaggi, non intende simboleggiare concetti o alludere a eventi o considerazioni filosofiche mediante allegorie.
Manet intende solo rappresentare la realtà come lui la vede, vuole produrre una sorta di fotografia composta con i pennelli e i colori.
Ecco quindi le icone di quattro giovani, due donne e due uomini, in riva alla Senna, subito dopo una colazione sull'erba.
Fra le icone degli abiti sparsi, del cappello di paglia di Firenze, del pane, delle ciliegie, dei fichi e degli altri frutti, avanzi del picnic, l'autore ha invece inserito quelli che nella realtà sarebbero indici.
Gli indici che aiutano a comprendere la temporalità della rappresentazione |
I codici dell'abbigliamento dei due giovani ci raccontano che la vicenda è ambientata a fine Ottocento e che i due sono eleganti dandy cittadini.
I codici dell'abbigliamento indicano il periodo in cui collocare la rappresentazione |
Interessante la scelta di una inquadratura a campo medio per sottolineare che ciò che interessa all'autore è soprattutto mostrare il rapporto fra i protagonisti, come pure la scelta dell'angolo di ripresa, ad altezza occhi, come se anche il pittore fosse a sua volta sdraiato sull'erba, come se fosse uno dei partecipanti alla colazione.
Tale sensazione è acuita dal fatto che la donna guarda diritto verso l'invisibile interlocutore e questo stratagemma permette al destinatario che ammira l'opera di immedesimarsi in Manet e di vedere il mondo così come lui lo vedeva.
LA COLAZIONE SULL'ERBA DI MANET E LA PERFETTA ICONICITÀ
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venerdì, maggio 03, 2019
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