Il capolavoro di Giorgio De Chirico, Ettore e Andromaca, racconta il momento dell'addio dei due sposi che si amano prima della disfatta di Ettore nel duello con Achille.
L'azione si svolge alle Porte Scee, come ci racconta Omero e come, visivamente ci illustra De Chirico. Ma la spazializzazione, nell'opera pittorica, è tale da rappresentare la scenografia di una qualsiasi città del mondo, in una qualsiasi epoca; quindi vi è una assolutizzazione dello spazio ma anche del tempo in cui la scena ha luogo.
Giorgio De Chirico, Ettore e Andromaca, 1912 |
Il dolore viene pietrificato in un silenzio immoto, all'interno di una esistenza senza senso, rappresentata da due manichini che divengono simbolo dell'umanità sofferente.
A una visione superficiale l'opera pare semplice, ma in realtà essa è enigmatica, profonda. La luce irreale che circonda i personaggi e gli oggetti crea una atmosfera di angoscia, di spaesamento.
Le stesse icone dell'uomo e della donna sono composite, formate per accumulazione da numerosi oggetti, ognuno dei quali con un significato, simbolo di qualcosa.
Per esempio i due triangoli, con il vertice verso in basso su Andromaca e con il vertice in alto, di Ettore, sono i simboli della femminilità e della mascolinità.
Il dettaglio delle forme triangolari maschile e femminile |
Anche i visi dei due protagonisti, ciò che li connoterebbe di più, sono sole forme geometriche ovali, senza lineamenti, senza storia e senza reale identità. Sono solo denotazioni.
Le forme geometriche ovali dei visi dei protagonisti |
DE CHIRICO E L'ALLEGORIA DEL NONSENSE
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domenica, maggio 19, 2019
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