L'"arma Christi" sono, nella tradizione cristiana, gli oggetti che furono usati per la crocifissione di Gesù.
Tutti questi oggetti divennero non solo simbolo della passione e morte del Cristo, ma anche elementi irrinunciabili nell'iconografia sacra per rappresentare il doloroso percorso che il Figlio di Dio fece per redimere dai peccati l'umanità intera.
Diversi autori (tra cui sant'Ambrogio e san Gregorio di Tours) riferiscono che, dopo la deposizione di Gesù dalla croce, l'"arma Christi" furono seppelliti sul luogo della crocifissione. Dopo 300 anni Elena, madre dell'imperatore Costantino, li ritrovò, in seguito a scavi presso l'area del Golgota, dove all'epoca sorgeva un tempio pagano.
Il primo e più importante è senza dubbio la croce, simbolo del cristianesimo stesso. Tale croce venne conservata a Gerusalemme; nel VII secolo fu razziata dai Persiani e recuperata dall'imperatore bizantino Eraclio, quindi nel 1187 andò perduta nella battaglia di Hattin, in cui i cristiani furono sconfitti.
Sant'Elena portò alcuni frammenti della croce e gli altri oggetti a Roma. Dei chiodi, uno fu montato sull'elmo da battaglia di Costantino. Nel Duomo di Monza è custodita la Corona Ferrea, ovvero il diadema dell'elmo di Costantino, che dovrebbe contenerlo. Gli altri chiodi furono modellati a forma di morso per il suo cavallo. Essi fecero parte delle insegne imperiali almeno fino al 395, perchè sant'Ambrogio ne parlò nella sua orazione funebre per l'imperatore Teodosio I. Nel Duomo di Milano vi sarebbe uno di questi chiodi modellato a forma di morso, rimasto a Milano dopo la morte di Teodosio. Viene ancora oggi conservato ordinariamente in una nicchia in cima all'abside, a circa 42 metri da terra, raggiungibile con un ascensore artisticamente decorato chiamato nivola ed esposto ai fedeli una volta all'anno.
Un altro chiodo sarebbe stato inserito nella Sacra Lancia usata dagli imperatori del Sacro Romano Impero, che era quella che fu usata da Longino, sotto la croce, per trafiggere il costato di Gesù e che oggi è conservata a Vienna.
Il "titulus crucis", l'iscrizione col motivo della condanna, è conservato a Roma, a Santa Croce in Gerusalemme, anch'esso pare, portato da Elena, ma un'analisi al carbonio 14 ha dimostrato che si tratta di un reperto risalente all'anno Mille.
La corona di spine era inizialmente conservata a Costantinopoli; nel XIII secolo il re di Francia san Luigi IX la acquistò e la collocò nella Sainte-Chapelle a Parigi. Oggi essa non ha più spine perché nel corso dei secoli furono tutte staccate e donate a chiese o personaggi di riguardo.
La colonna della flagellazione, utilizzata dai soldati romani per flagellare Gesù su indicazione di Pilato, è presso la Basilica di Santa Prassede, a Roma e fu portata qui da Gerusalemme nel XIII secolo dal cardinale Giovanni Colonna.
Il velo della Veronica, simbolo di pietà, con cui la pia donna asciugò il volto insanguinato di Gesù mentre saliva al Calvario, è conservato nella basilica di San Pietro in Vaticano. Ne esistono altre copie sparse per il mondo.
Altri simboli della passione, usati nelle sacre raffigurazioni, sono:
La canna posta nelle mani di Gesù come scettro durante l'episodio della sua derisione da parte dei soldati
Il mantello rosso della derisione
Il Santo Graal, il calice usato da Gesù nell'Ultima Cena che alcune tradizioni vogliono sia stato utilizzato poi da Giuseppe d'Arimatea per raccogliere il sangue sgorgato dal costato di Cristo durante la crocifissione
La tunica di Gesù, che la tradizione vuole conservata a Treviri
I dadi con i quali i soldati si giocarono a sorte la tunica di Cristo
Il gallo che cantò quando san Pietro rinnegò per la terza volta Gesù (Mc, 14,66-71)
Un contenitore di aceto, usato per dissetare Gesù (Mt 27,33-50)
La canna usata per porgere la sacra spugna imbevuta d'aceto a Gesù (Mt 27,33-50)
La scala usata per la deposizione di Gesù dalla croce
Il martello usato per picchiare i chiodi nelle mani e nei piedi di Gesù
La tenaglia usata per rimuovere i chiodi
La sindone usata per avvolgere il corpo di Gesù durante la sepoltura (Gv 23,50-56)
Il sole e la luna, rappresentanti l'eclissi che si verificò durante la passione di Cristo (Mt 27,33-50)
I trenta pezzi d'argento (o un sacco di monete), prezzo del tradimento di Giuda (Mt 27,3-10)
La mano o il guanto che colpì il volto di Gesù durante la derisione (Lc, 22,63-65)
Le catene o le corde che cinsero Gesù durante la notte in prigione
La lanterna o le torce usate dai soldati che arrestarono Gesù nell'orto degli ulivi, oltre alle spade ed ai bastoni (Mc 14,43-52)
La spada usata da Pietro per tagliare l'orecchio di Malco, servo del sommo sacerdote. Talvolta si raffigura anche un orecchio umano (Gv 18,10)
Ognuno di tali oggetti ha assunto, specialmente a partire da medioevo, un valore simbolico.
ARMA CHRISTI: GLI STRUMENTI DELLA PASSIONE
Reviewed by Polisemantica
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venerdì, aprile 10, 2020
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1 commento:
Molto bello, grazie.
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