Cosa c'è di più seccante che andare a una festa e incontrare una persona (specialmente se si è una donna) che indossa il nostro identico abito, oppure avere un amico che fa di tutto per assomigliarci, parlando come noi, vestendo alla nostra maniera, addirittura imparando a farsi piacere i cibi che ci piacciono di più?
Una esperienza simile, non particolarmente gratificante in quanto tende a banalizzare gli aspetti salienti della nostra personalità, sarà capitata a molti di noi. Anche in Rete avviene qualcosa di simile. L'esempio più emblematico di siti clone lo abbiamo raffrontando i siti editoriali come Repubblica e Corriere della Sera.
Talvolta, se non si alza lo sguardo verso il logo, diventa difficile comprendere a colpo d'occhio se stiamo navigando in uno dei due siti, o nell'altro.
La capacità denotativa dell'Emittente, le caratteristiche connotative della sua identità, sono talmente vaghe che per il navigante medio (che poi è il target e il navigante modello della comunicazione di entrambe le testate) è improbabile riconoscere gli elementi che dovrebbero essere peculiarità dell'uno o dell'altro.
Talvolta addirittura le foto in home page sono le stesse, per non parlare dei testi, sovente copiati pari pari dal lancio di agenzia e presentati quindi identici sui due siti che dovrebbero teoricamente essere concorrenti.
Questa clonazione continua di immagini, struttura, impaginazione e spesso addirittura dei contenuti linguistici, tende a far completamente perdere a entrambi i siti la propria identità, provocando nella mente e nella memoria dell'utente un caos in cui vi è un farraginoso insieme di concetti, idee e opinioni, non sempre reputate veritiere e che comportano la perdita di affidabilità nell'Emittente.
Non solo: gli altri emittenti della galassia dell'informazione tendono a replicare all'infinito questo processo.
Ha un senso continuare a banalizzare così la propria identità e la propria comunicazione?
Un sito privo di tale identità, privo di idee originali e di una particolare e riconoscibile livrea grafica e stilistica, nonostante il fortissimo brand, tenderà a non ottenere i risultati che si era prefissato, inghiottito dal cyberspazio, in un buco nero chiamato standardizzazione, situato nella galassia della consuetudine.
INFORMAZIONE DIGITALE: INTERAZIONE O CLONAZIONE?
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sabato, gennaio 26, 2019
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