IL MEDIUM E IL MESSAGGIO - BARBARA CARFAGNA



Nuovo episodio dell'inchiesta "Il medium e il messaggio", imperniata sul rapporto tra cultura e televisione, con la partecipazione alla discussione di numerosi esponenti del sapere, della televisione e del Web, ispirata alla rivisitazione del celebre motto di McLuhan, "il medium è il messaggio", tratto dal suo saggio.

Oggi partecipa alla discussione Barbara Carfagna, giornalista e conduttrice televisiva. Conduce il tg1. Per Rai1 è autrice e conduttrice di Codice: la vita è digitale e INFOSFERA, rubrica sul mondo digitale.

Collabora con Italiana, Il Foglio, Panorama, Formiche. Ha curato per Mondadori gli ebook "Democrazia digitale: la seconda fase" (2018) e "Rete di sicurezza: guida alla cybersecurity" (2017)



1) E' ancora possibile oggi usare la TV per diffondere la cultura, intendendo con questo termine  la divulgazione di sapere relativo all'Arte, alla Storia, alla Letteratura come avveniva negli anni '60 e '70?

Certamente. Il successo di Alberto Angela ne è la prova.

Quello che cambierà è la modalità di racconto.

Diminuirà l'effetto "lezione" e ci sarà più contaminazione tra gli argomenti. Ad esempio, nella rubrica "Infosfera" , che ho ideato ed è andata in onda per tre anni su Raiuno il sabato alle 10,30, spiegavo le basi del digitale a partire da un'opera o un luogo simbolico del passato.

Per spiegare l'App Tinder per gli incontri ho utilizzato la storia di Paolina di Canova ambientando la puntata nella Galleria Borghese, per la blockchain l'Archivio di Andreotti dall'Istituto Don Luigi Sturzo, per il Dark Web e la Crittografia la Cappella del Cristo Velato...

Uscendo dalla Rai lo stile di racconto di Sky Arte è un esempio per tutti.


2) Perché da oltre vent'anni i volti italiani in Tv che si occupano di cultura sono sempre gli stessi? Non c'è spazio per nuovi esperti divulgatori culturali o proprio non ce ne sono più in Italia?

La tv generalista ha le sue regole. Bisogna infondere fiducia, catturarla e poi conservarla.

Per questo i volti sono spesso rassicuranti e con una lunga storia, anche familiare.

Certamente il pubblico sta cambiando grazie ad un naturale ricambio generazionale, e questo, unito ad un po' di coraggio, cambierà anche i volti dei divulgatori.

In "Codice", la mia trasmissione sull'Era digitale, insieme a me in studio c'è il giovane Federico Pistono, un Futurist che si è formato alla Singularity University e molti servizi sono affidati a bravissimi divulgatori che vengono da altri media come Arturo Di Corinto o Massimo Cerofolini.




3) Per "fare cultura" la televisione è un mezzo valido o è preferibile usare le nuove tecnologie, il Web in primis?

Bisogna prima intendersi sul termine "cultura".

Nell'Era digitale il significato si è allargato. Io credo che la TV sia un mezzo validissimo anche perché impone una certa passività nello spettatore. Chi resta davanti allo schermo, per interesse o per pigrizia, apprende cose che "volontariamente" (come ad esempio avviene su Netflix) magari non avrebbe selezionato.

Questa è ancora una grande opportunità perché consente di contaminare un pubblico che non è quello che già sceglie programmi culturali (e che quindi ha già una forte cultura di base).

La tv generalista include le persone in mondi che non avevano scelto. Inoltre con le Smart TV la Tv diventerà sempre più uno schermo che può includere contenuti del web e della tv tradizionale.


4) Secondo lei, l'utilizzo degli smartphone, con la visualizzazione in uno schermo piccolo e verticale, rischia di alterare la fruizione dei contenuti? Se sì, i contenuti culturali risultano avvantaggiati o sfavoriti da questo tipo di device?

Privilegia contenuti più brevi, per i giovani meno parlati e più visivi. Ancora una volta bisogna creare nuovi contenuti che possano diventare una vetrina potentissima di argomenti che poi possono essere approfonditi altrove.



5) Le emittenti tv, in genere, cercano nuove idee di format culturali o preferiscono adagiarsi su dinamiche consolidate?

Dipende dal canale.

Quelli consolidati devono ponderare bene ogni cambiamento per non perdere il famoso "zoccolo duro" di spettatori abituati. Quelli meno identitari o più nuovi possono sperimentare con maggiore leggerezza.

IL MEDIUM E IL MESSAGGIO - BARBARA CARFAGNA IL MEDIUM E IL MESSAGGIO - BARBARA CARFAGNA Reviewed by Polisemantica on giovedì, gennaio 31, 2019 Rating: 5

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