Nella serie delle Virtù dipinte dai Pollaiolo e Botticelli e conservate negli Uffizi di Firenze è troviamo la Speranza che, come afferma Filone Alessandrino: "è una gioia prima della gioia".
La Speranza rimase in fondo al vaso di Pandora quando la prima donna mortale, sventatamente, lo aprì facendone uscire tutti i mali che da allora in poi oppressero il genere umano.
"Anche la Speme, ultima dea, fugge i sepolcri" scriveva Ugo Foscolo, alludendo alla convinzione che giunti alla morte, la speranza non aveva più ragione di esistere, concetto rimarcato nei proverbi popolari "finché c'è vita c'è speranza" e "la speranza è l'ultima a morire".
Piero del Pollaiolo, Speranza, 1470, Uffizi, Firenze. |
In questo dipinto, vediamo l'icona di una donna vestita di verde, prosopopea della Speranza, con le mani giunte e lo sguardo rivolto verso il cielo da dove attende la salvezza.
Per quanto concerne le categorie cromatiche, il verde nei tornei era simbolo di speranza nella vittoria, oltre che dell'onore e dell'abbondanza.
La donna siede su un trono, simbolo del dominio di tale virtù sui cuori dei credenti.
Le mani giunte, attraverso i codici gestuali, rivelano l'attitudine alla preghiera che dà un senso alla speranza.
I codici mimetici, attraverso gli occhi rivolti verso l'alto, simbolo di trascendenza, alludono al fatto che la Speranza è efficace quando si affida a Dio, unico bene e unica certezza.
Jacques Du Brœucq, L'Espérance, 1541-1545, Collégiale Sainte-Waudru de Mons |
L'ancora è inoltre icona stilizzata della croce, speranza di eterna felicità di ogni credente.
LA SPERANZA E I SUOI CODICI NELL'ARTE
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mercoledì, novembre 28, 2018
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