Allitterazione riprende il latino umanistico allitteratio, a sua volta derivazione di littĕra cioè lettera.
Bisogna subito rimarcare che l'allitterazione è una figura retorica, ricorrente soprattutto in poesia.
Consiste nella ripetizione, spontanea o ricercata (per finalità stilistiche o come aiuto mnemonico), di un suono o di una serie di suoni (più raramente all'interno) di due o più vocaboli successivi, producendo omofonia (al pari della rima).
È un fenomeno che non interessa soltanto l'arte retorica, ma appartiene anche alla lingua comune.
L'allitterazione ha dato origine a varie locuzioni di uso corrente (bello e buono, tosto o tardi, senza capo né coda).
Come artificio retorico è frequente il suo impiego presso gli autori latini. Celebre a tal proposito l'esametro degli Annali di Ennio: «O Tite tute Tati tibi tanta tyranne tulisti».
Il poeta Quinto Ennio rappresentato in un mosaico |
Una illustrazione ispirata al poema epico Beowulf |
Basta ricordarsi il famoso slogan di Ceres: Ceres c’è. Oppure del suo fallimentare stereotipo: CEPU c'è.
La famosa allitterazione della birra Ceres |
L'allitterazione "mediterranea" di Limoncè |
Qui, dalla pubblicità al mondo pop, possiamo dire, parafrasando il grande Franco Battiato, di essere "sommersi da allitterazioni musicali".
Franco Battiato sulla copertina de La voce del Padrone |
IL MONDO DELLA FIGURE RETORICHE: L'ALLITTERAZIONE
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venerdì, maggio 04, 2018
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