SEVERGNINI: GRILLO, IL CAPITANO ACHAB E LA BALENA MOBY DICK

Beppe Severgnini qualche giorno fa ha scritto un interessante articolo su Beppe Grillo e il M5S tutto basato su una metafora, quella della balena, intesa come il popolo pentastellato.

Scrive Severgnini: "Beppe Grillo ha buttato la rete nel malcontento italiano", usando un calembour [rete per pescare e rete come sinonimo di Internet].

Continua con le metafore: "Perché il pescatore è stato abile a manovrare la barca" [...] "Perché nella rete di Grillo non c'è pesce: c'è una balena. Come definire, altrimenti, quasi nove milioni di elettori che hanno investito nel Movimento 5 Stelle molte speranze, lo hanno incaricato di rappresentare le proprie delusioni e ora s'aspettano che trovi soluzioni?"

Ancora una metafora: "Per il gran pescatore politico, passata l'euforia, si pone un problema. Gigantesco, come la sua conquista. La balena non si può tirare a bordo: la barca si rovescerebbe. Ma non si può lasciare lì a lungo, prigioniera nella rete. Perché prima o poi il cetaceo elettorale si sveglia. E allora, per chi sta in superficie, sono guai. I primi segni del risveglio della balena sono evidenti".

Seguita da un altra: "Il segnale inequivocabile del risveglio della balena è però un altro".

Una similitudine: "La balena s'è svegliata, e dimostra di avere una certa personalità, come il capitano Achab imparò a sue spese con Moby Dick".

Infine, l'ultima metafora: "Non basta aver l'aspetto del lupo di mare. Bisogna esserlo davvero".

In pratica scrive che Grillo è icona di un lupo di mare/leader coraggioso, ma non lo è davvero.

Grazie all'uso di queste figure retoriche, l'articolo risulta brioso, interessante, facile da comprendere.

Credits: Silvia Sigla