Un commovente, sentito, pacato eppure deciso tono di voce di Mario Monti accompagnato da una colonna sonora struggente e insieme ardimentosa.
Scene e concetti che si rincorrono per antitesi:
- uomo di governo/nonno;
- vita pubblica/vita privata;
- prima/dopo Monti;
- loro/noi;
- i vecchi partiti/Scelta Civica;
- diseguaglianza/equità;
- disoccupazione/lavoro;
- passato/futuro e via dicendo.
L'allusione è che che la spazzatura occorre buttarla [e la vecchia politica, anche].
Un invito inconscio quindi ad allontanarsi dalla politica sporca [gli altri, con immagine di una lunga fila di auto blu, simbolo del privilegio dei burocrati] per avvicinarsi alla politica pulita [i "montiani", simboleggiati da Mario Monti nonno che gioca con i nipotini - con le costruzioni, naturalmente, dato che il messaggio che vuole inviare è che la sua lista costruirà l'Italia nuova].
Già vista negli spot berlusconiani di circa venti anni fa è l'idea stereotipata della famiglia felice, dei nipotini accuditi e amati dai nonni [l'implicazione è che nell'Italia gerontocratica odierna non si addice l'idea dei genitori con i figlioletti, meglio colpire il target giusto degli ultracinquantenni, sempre in prima linea, sempre dinamici, sempre in grado di decidere e 'salvare' le nuove generazioni, mentre i giovani non possono essere attivi, loro sono "generazione perduta", parole di Monti].
LE FIGURE RETORICHE NELLO SPOT ELETTORALE DI MARIO MONTI
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mercoledì, febbraio 06, 2013
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