BEPPE GRILLO E LE SIMILITUDINI CON COLA DI RIENZO E MASANIAELLO


Martedì 19 febbraio 2013, in piazza Duomo a Milano, Beppe Grillo ha tenuto il suo penultimo discorso prima di quello conclusivo a Roma, a Piazza San Giovanni a Roma.

Una piazza gremita all'inverosimile e adorante, arrabbiata, indignata e desiderosa di essere vendicata lo ha osannato.

Il popolo era in quella piazza e divertendosi all'abilità oratoria di Grillo, commuovendosi, esaltandosi alle sue parole pronunciate con enfasi, ma anche quasi con sofferenza, con il fiato che manca che non basta quasi a raccontare il marcio che invade e corrompe l'Italia, decomponendola.

Dopo aver invitato i politici e i corrotti a togliersi di mezzo sinché sono in tempo, ha parlato dell'informazione collusa, del Monte dei Paschi di Siena, la nazionalizzazione delle banche,  la crisi che uccide.

Le parole chiave sono state, in sintesi "arrendetevi", "cambieremo l'Italia in due anni", "hanno spolpato tutto", "non c'è più tempo", "bisogna intervenire", "il lavoro, il lavoro".

Beppe Grillo, leader del M5S è adorato dal popolo dei delusi come, con una similitudine, Cola di Rienzo e Masaniello, ai loro tempi.

Cola di Rienzo, al secolo Nicola di Lorenzo Gabrini nacque a Roma nel 1313 e morto nella medesima città l'8 ottobre 1354.


Divenne noto perché tentò, nel periodo finale del medioevo, di restaurare il comune nella città di Roma straziata dai conflitti tra papi e baroni. Si autodefiniva "l'ultimo dei tribuni del popolo".

Per farsi capire anche dalla stragrande maggioranza analfabeta dei romani fece dipingere sul Campidoglio, , un grande affresco dove si vedeva un mare tempestoso: in mezzo c'era Roma, dolente e vestita a lutto, e circondata da altre donne già morte che rappresentavano le antiche città potenti e cadute: Babilonia, Cartagine, Troia, Gerusalemme. A sinistra, su due isolette, l'Italia e le virtù cardinali, tristi e spaventate. A destra, su un'altra isoletta, la Fede cristiana che pregava.. A minacciarla, sullo stesso lato, vari piani di animali: leoni, lupi e orsi a rappresentare i baroni; cani, porci e caprioli a rappresentare i loro clienti; pecoroni, dragoni e volpi a rappresentare i popolari intenti, all'ombra dei precedenti, ai propri affari ingiusti.

A beneficio di chi sapeva leggere, tutte le figure avevano il loro cartiglio, a mo' di fumetto moderno. Il popolo, riferisce il cronista, guardava e stupiva.

I ragionamenti di Cola sul bisogno di sollevare la città dalla prepotenza dei baroni e dalla miseria che ne nasceva fecero breccia in un gruppo di cittadini che si erano riuniti a discutere con lui in un monastero sull'Aventino, forse Sant'Alessio. Divenne il loro idolo.

Poi, dopo alcuni anni,  l'incantesimo si ruppe: in Cola il sentimento della grandezza, di Roma e sua propria, cominciò a sconfinare nel delirio. Si proclamò cavaliere. Le nuove gabelle che infliggeva lo resero presto inviso. L'8 ottobre 1354, un suo capitano che aveva destituito sollevò il popolo e lo condusse a Campidoglio. Là Cola, abbandonato da tutti i suoi, fu ucciso.

Tommaso Aniello d'Amalfi, meglio conosciuto come Masaniello nacque a Napoli il 29 giugno 1620 e lì morì il 16 luglio 1647, fu il principale protagonista della rivolta napoletana che vide, dal 7 al 16 luglio 1647, la popolazione civile della città insorgere contro la pressione fiscale imposta dal governo vicereale spagnolo.


La rivolta fu scatenata dall'esasperazione delle classi più umili verso le gabelle imposte dai governanti sugli alimenti di necessario consumo. Il grido con cui Masaniello sollevò il popolo il 7 luglio fu: «Viva 'o rre 'e Spagna, mora 'o malgoverno», secondo la consuetudine popolare tipica dell'Ancien régime di cercare nel sovrano la difesa dalle prevaricazioni dei suoi sottoposti.

Dopo dieci giorni di rivolta che costrinsero gli spagnoli ad accettare le rivendicazioni popolari, a causa di un comportamento sempre più dispotico e stravagante Masaniello fu accusato di pazzia, tradito da una parte degli stessi rivoltosi ed assassinato all'età di ventisette anni.
BEPPE GRILLO E LE SIMILITUDINI CON COLA DI RIENZO E MASANIAELLO BEPPE GRILLO E LE SIMILITUDINI CON COLA DI RIENZO E MASANIAELLO Reviewed by Polisemantica on mercoledì, febbraio 20, 2013 Rating: 5

1 commento:

Anonimo ha detto...

spero che grillo non faccia la fine degli altri due, anche se non o voto

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