Nell'articolo su Corriere Economia, intitolato L'automazione sotto accusa, a firma di Massimo Gaggi ancora una volta appare l'eterno dualismo e l'antitesi tra due realtà, quella analogica e quella digitale.
Il dibattito che si è aperto riguarda il fatto che troppo automatismo distrugga posti di lavori, anziché crearne di nuovi e diversi, come accadeva il secolo scorso.
La tesi opposta vuole che tali processi siano addirittura troppo lenti rispetto alle aspettative e non generino l'auspicata rivoluzione 4.0.
L'essere umano prima doveva adattarsi alla modalità di produzione imposta dalla macchina, ma una volta imparato, poteva convivere con esso e quindi lavorare.
Adesso l'altissima tecnologia digitale è talmente avanzata che non se ne fa più niente dei lavoratori, talvolta non serve nemmeno un tecnico che la gestisca. Occorre solo il creatore del software e poi il processo automatizzato fa il resto.
Insomma, l'annosa storia si ripete:
- l'uomo è analogico;
- la macchina e i suoi processi stanno diventando sempre più digitali.
La vita è prevalentemente analogica, il digitale con il quale la si vorrebbe trasformare, è sempre più il suo contrario.
IL LAVORO CHE MANCA E L'ANTITESI ANALOGICO-DIGITALE
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venerdì, gennaio 25, 2013
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