La triste, vergognosa e ingarbugliata faccenda dei due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sta diventando, al di là delle comprensibili ansie delle famiglie, un caso emblematico e una tragedia nazionale.
Nel silenzio dell'Unione Europea che si è disinteressata completamente dell'argomento e nella curiosa ma muta attenzione da parte del mondo, i due militari, simbolo (positivo, negativo, ora non importa) dell'Italia, ne sono anche una sineddoche, una parte per il tutto.
I due, pare dimostrato dagli avvenimenti, sono ampiamente sacrificabili. Oggi il ministro della Giustizia
indiano ha gelato le aspettative e le premesse alla partenza dei due dicendo: non si può escludere dalla sentenza la pena di morte.
Il messaggio implicito è chiaro, agli italiani e a tutti gli altri.
I due marò sono sacrificabili, agli occhi del mondo, proprio come l'Italia.
Silvia Sigla
Nel silenzio dell'Unione Europea che si è disinteressata completamente dell'argomento e nella curiosa ma muta attenzione da parte del mondo, i due militari, simbolo (positivo, negativo, ora non importa) dell'Italia, ne sono anche una sineddoche, una parte per il tutto.
I due, pare dimostrato dagli avvenimenti, sono ampiamente sacrificabili. Oggi il ministro della Giustizia
indiano ha gelato le aspettative e le premesse alla partenza dei due dicendo: non si può escludere dalla sentenza la pena di morte.
Il messaggio implicito è chiaro, agli italiani e a tutti gli altri.
I due marò sono sacrificabili, agli occhi del mondo, proprio come l'Italia.
Silvia Sigla
I due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, l'Italia, l'India e la sineddoche
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sabato, marzo 23, 2013
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