"Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore." (Tobia 12:15)
E' da questo punto, dalle parole dell'arcangelo Raffaele, che inizia la tradizione dei sette arcangeli che quindi non sono solo tre come da molti ritenuto.
Dei tre arcangeli più conosciuti e dei loro simboli ne abbiamo già trattato in un post di Polisemantica.
Andiamo dunque a scoprire gli altri quattro.
I nomi dei quattro non sono citati nei testi canonici della Sacra Scrittura, e questa è la ragione per la quale non risultano nella celebrazione liturgica della Chiesa Cattolica.
Il sistema di sette maggiori arcangeli è una antica tradizione dell'angelologia di matrice giudaica.
I loro nomi risalgono al Libro di Enoch, un'opera giudaica post-biblica del I secolo a.C., ritenuta canonica solo dalla chiesa copta e non dagli altri cristiani, né dagli ebrei.
A parte i primi tre, i più noti, i nomi degli altri sono Uriel, Barachiel, Jeudiel e Sealtiel.
I nomi degli arcangeli terminano sempre per El, in quanto Eli è un appellativo riferito a Dio.
Gesù, sulla croce esclamò: "Elì, Elì, lemà sabactàni?" che significa, Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Uriel (che significa Luce di Dio oppure Dio infiamma) compare nel IV Libro di Esdra come l'angelo mandato da Dio per rispondere a tutte le domande di Esdra. Inoltre è identificato nei vari scritti apocrifi come colui che fu posto a controllo del paradiso terrestre (Gen 3,24), oppure con l'angelo che lotta contro Giacobbe (Gen 24), o ancora colui che controlla le porte degli israeliti in Egitto nella strage degli figli primogeniti (Es 12,13).
Combatte l’ira e l’intolleranza, protegge i luoghi delle apparizioni e delle grazie. Viene quindi rappresentato con una spada di fuoco che simboleggia la passione d’amore divina, invitando gli uomini a “bruciare” d’amore per Dio
Jeudiel è un angelo giudicante (ha la corona , simbolo della ricompensa e la frusta, simbolo di punizione). Espulse Adamo ed Eva dall'Eden. Combatte contro lo spirito della gelosia e dell’invidia. Viene pregato per intercedere presso Dio da persone con problemi lavorativi o incerte sul loro futuro professionale. Il suo nome significa Lode di Dio.
La funzione di dispensare grazie divine è svolta da Barachiel, che assegna ad ogni uomo il suo angelo custode. Ha in mano le rose, simbolo di grazie. Combatte la superficialità nelle cose di fede, la tiepidezza e l’accidia. Il suo nome significa Benedizione di Dio
Sealtiel insegna a pregare e intercede per gli uomini. Sorregge un incensiere d'oro, simbolo di preghiera. Combatte l'intemperanza e la smoderatezza. Il suo nome significa Dio comunica.
Durante il Concilio di Roma del 745 d.C. si stabilì che i cristiani non dovevano pregare altri arcangeli all'infuori di Michele, Gabriele e Raffaele in quanto talvolta le preghiere dei fedeli sfociavano in rituali magici e s’invocavano tali spiriti celesti con nomi di divinità pagane, creando una pericolosa similitudine fra gli arcangeli e gli antichi dei.
Attorno al IX secolo d.C., a causa delle dispute sull'iconoclastia, molte raffigurazioni dei sette Arcangeli vennero distrutte. Nella cupola della Cappella palatina di Palermo vi sono però ancora le immagini dei sette arcangeli, con i loro nomi, motti e simboli.
L'utilizzo dei sette arcangeli nella Cabala e in altre dottrine esoteriche ha portato a cercare una corrispondenza con i giorni della settimana, cioè con i sette astri mobili dell'astronomia antica: Sole, Luna, Marte, Mercurio, Giove, Venere e Saturno.
GLI ARCANGELI SCOMPARSI
Reviewed by Polisemantica
on
domenica, settembre 29, 2019
Rating:
Nessun commento:
Posta un commento