McLuhan lo affermava, con un paradosso, già decenni fa: "Il medium è il messaggio". In pratica, il canale di trasmissione influenza la natura stessa del messaggio. Il medesimo messaggio, se inviato da un medium o da un altro, cambia.
Dire qualcosa alla radio, o in televisione, o al cinema, o su YouTube, significa creare testi differenti, in quanto ciascun medium cambierà la connotazione del senso inviato.
I canali utilizzati condizionano i messaggi inviati |
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Analogico e digitale sono concetti antitetici, non complementari.
Nell'era 4.0 la metamorfosi è tale che si sono addirittura contaminati i ruoli classici, gli attanti della comunicazione: non più emittente, destinatario e messaggio univoci, ma trasformazione del destinatario in metaemittente plurimo, specialmente nel web 2.0.
I destinatari del Web 2.0 sono in realtà meta-emittenti plurimi |
Ora, la trasformazione va oltre: il messaggio digitale è talmente pervasivo che trasforma in digitale il suo stesso destinatario e i suoi emittenti plurimi: vi è una mutazione nei processi cognitivi.
Le categorie digitali dei motori di ricerca influenzano le nostre categorie mentali |
Lo smartphone diventa una nostra appendice comunicativa, lo specchio deformante attraverso il quale osserviamo il mondo |
Ci guardiamo attraverso lo schermo e in esso costruiamo la nostra identità pubblica. |
Probabilmente senza la iperconnessione e le sue conseguenze percettive non si sarebbe potuto manifestare e dilagare il fenomeno "Blue Whale" fra i giovanissimi.
Stiamo diventando digitali noi stessi, che per natura siamo esseri analogici.
Critica individuale o pensiero unico |
L'ANTITESI ANALOGICO E DIGITALE
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lunedì, ottobre 14, 2019
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