LA DIVINA COMMEDIA E LE STRUTTURE SEMIONARRATIVE DELL'ETERNITÀ


Quali sono i segreti dei grandi autori? Talento, creatività e conoscenza delle strutture narrative e semiotiche.

La Divina Commedia è un poema allegorico - didascalico di Dante Alighieri, diviso in tre parti, chiamate cantiche (Inferno, Purgatorio e Paradiso), ognuna delle quali composta da 33 canti (tranne l'Inferno, che ne ha 34), vero e proprio capolavoro della Letteratura mondiale.

Le asperità del viaggio nell'oltretomba sono l'opponente del modello attanziale
Anche qui, ovviamente, le strutture semionarrative vincenti abbondano. Ecco alcune:

Il principale modello attanziale è il seguente:
  1. soggetto - Dante
  2. oggetto - uscire dalla selva oscura, simbolo del peccato
  3. aiutante - Virgilio
  4. opponente - le asperità del viaggio, i diavoli, il suo peccato
  5. destinante - Beatrice, che lo vede in pericolo e gli invia Virgilio
  6. destinatario - Dante stesso che ottiene la visione beatificante e la salvezza dell'anima
Secondo il semiologo Greimas quasi ogni testo è organizzato in forma narrativa e lo schema interpretativo applicabile a tutte le forme di narrazione è il modello attanziale.

Il modello attanziale è un modello paradigmatico fondato sulle relazioni di opposizione esistenti fra sei fondamentali attanti o ruoli narrativi che sono:
  1. soggetto (colui che compie l'azione)
  2. oggetto (che è la meta dell'azione)
  3. aiutante (che aiuta il soggetto)
  4. opponente (che ostacola il soggetto)
  5. destinante (che è il mandante del soggetto all'inizio della narrazione)
  6. destinatario (a cui viene affidato alla fine l'oggetto o attante finale della comunicazione).
Nel Purgatorio si trovano i non buoni, ovvero coloro che non sono ancora stati totalmente purificati
Fra i vari quadrati semiotici, eccone un paio particolarmente evidenti:
  • Buono - Dio, la Vergine, i beati in Paradiso, Beatrice
  • Malvagio - Lucifero, i dannati
  • Non Buono - coloro che stanno in Purgatorio
  • Non Malvagio- I bambini del Limbo, Virgilio, Dante
oppure:
  • Vivo - Dante, l'unico che ancora respira ed ha corpo mortale
  • Morto - i dannati, i demoni, che hanno perso la vita eterna in Paradiso
  • Non vivo - le anime in Purgatorio
  • Non morto - le anime nel Paradiso, che hanno finito il periodo terreno, ma ora vivono eternamente felici accanto a Dio
Ricordiamo che il quadrato semiotico mette in relazione coppie di concetti presenti nel testo visivo, opposti e complementari e serve a dare al testo maggior dinamismo, facendolo percepire come più accattivante dallo spettatore.

L'archetipo impersonato da Dante e Virgilio è il viandante.
Quello di Beatrice è l'innocente.

Beatrice è l'archetipo dell'innocente
Le funzioni comunicative più usate sono l'emotiva e l'estetica.





Troviamo inoltre numerose figure retoriche, non solo nei versi, ma negli ambienti, nelle vicende che vi sono esposte:

  • allegorie (la selva iniziale è allegoria della vita peccaminosa)
  • metafore (le pene patite sono metafore della depravazione cui è giunta l'anima in vita, per esempio la tempesta erotica e passionale che sconvolge Paolo e Francesca, è ora la pena cui le loro anime sono sottoposte)
  • similitudini (spesso i dannati sono descritti usando parole umane per raccontare l'indescrivibile: Le anime dei dannati appena morti si gettano nell'Acheronte così come le foglie cadono d'autunno dall'albero)

Le anime dei dannati trasportate da Caronte diventa per Dante occasione per una splendida similitudine

  • antitesi (la famosa legge del contrappasso, che punisce spesso i dannati con modalità uguale e contraria alla loro sregolatezza. I golosi, per esempio, sono costretti a desiderare eternamente e ad essere privati per sempre del cibo di cui tanto avevano abusato in vita)
  • climax ( in un crescendo di orrore nell'Inferno, le pene sono commisurate alla gravità del peccato, nel Paradiso la beatitudine si innalza a vette eccelse a seconda della santità degli atti compiuti durante la esistenza terrena)

Un capolavoro ha sempre solide radici per poter avvincere milioni di lettori e durare nel tempo e, come per Dante, diventare eterno.
LA DIVINA COMMEDIA E LE STRUTTURE SEMIONARRATIVE DELL'ETERNITÀ LA DIVINA COMMEDIA E LE STRUTTURE SEMIONARRATIVE DELL'ETERNITÀ Reviewed by Polisemantica on lunedì, giugno 24, 2019 Rating: 5

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