Nel celebre romanzo storico di Alessandro Manzoni, pubblicato nella forma definitiva fra il 1840 e il 1842, la figura protagonista è la Divina Provvidenza, la mano di Dio che tutto volge verso il bene, e ancor più la sua variante, la paradossale, a prima vista, "provvida sventura".
Tale ossimoro indica infatti il dolore che redime, che purifica ed eleva spiritualmente l'animo.
Nel romanzo, ambientato tra 1628 e il 1630 in Lombardia durante il dominio spagnolo si narrano le peripezie di due giovani fidanzati, angariati da un tirannello locale e dalla sorte, che desiderano sposarsi ma che dovranno superare molte disavventure prima di riuscirci.
Il bellissimo frontespizio dell'edizione del 1840, illustrato di Francesco Gonin |
Sono interessanti le antitesi anche fra il prima e il dopo, in relazione al comportamento dei personaggi, alla loro redenzione o dannazione: ecco quindi la conversione dell'Innominato, che prima era malvagio e poi diviene buono; la trasformazione di Fra Cristoforo, che quando era giovane uccide e da adulto si redime diventando santo. La Monaca di Monza, che da ragazza era una vittima e da adulta, per vendetta, si comporta da carnefice e molti altri casi.
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Il modello attanziale, con i suoi consueti sei attanti, è:
- Soggetto - i due fidanzati
- Oggetto - sposarsi e vivere felici
- Opponente - Don Rodrigo e le innumerevoli successive traversie
- Aiutante - Fra Cristoforo, l'Innominato redento, il cardinale Borromeo, ma soprattutto la Provvidenza
- Destinante - interno, la brama di Don Rodrigo, esterno, il Manzoni
- Destinatario - interno, Renzo e Lucia, sposi felici ed esterno i lettori.
Fra Cristoforo e Don Rodrigo, aiutante e opponente del modello attanziale, in questo appunto al recto di Luigi Sabatelli |
- Prepotente - Don Rodrigo
- Remissivo - Don Abbondio
- Non prepotente - Padre Cristoforo
- Non remissivo - Renzo
- Buono - cardinale Federigo
- Cattivo - Griso
- Non Buono - Don Abbondio
- Non Cattivo - Innominato
- Corrotto - Egidio
- Innocente - Lucia
- Non Corrotto - Renzo
- Non Innocente - Monaca di Monza
La Monaca di Monza, nell'interpretazione di Giovanna Mezzogiorno |
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Nell'Italia del 1600 narrata dal Manzoni la violenza e l'ingiustizia erano diffuse, come appare dalle intimidazioni dei bravi a don Abbondio. Fra i potenti era diffusa la corruzione morale e le leggi erano inefficienti, come le grida promulgate contro i bravi. Le istituzioni pubbliche erano incapaci e spesso complici dei violenti e dei potenti.
Alessandro Manzoni, immortalato da Francesco Hayez nel 1841 |
Il senso di tutto il romanzo sta nelle parole di fra Cristoforo a Renzo e Lucia, quando finalmente si rincontrano, contro ogni possibilità o umana speranza, al Lazzaretto: «Ringraziate il cielo che v'ha condotti a questo stato, non per mezzo dell'allegrezze turbolente e passeggere, ma co' travagli e tra le miserie, per disporvi ad un'allegrezza raccolta e tranquilla».
È allegoria quindi della necessità, per raggiungere la serenità, di un percorso individuale di crescita spirituale e di dolorosa purificazione, e dell'abbandonarsi nelle braccia della Provvidenza, che tutto vede e a tutto provvede, e che offre i suoi benefici solo a coloro che liberamente e fiduciosamente vi si affidano.
I PROMESSI SPOSI E IL PARADOSSO DELLA PROVVIDENZA
Reviewed by Polisemantica
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giovedì, ottobre 31, 2019
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