Iperbolica e simbolica la pellicola "Il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amante", diretta nel 1989 da Peter Greenaway.
Si narra la vicenda del criminale Albert Spica comproprietario del ristorante londinese "Le Hollandais", luogo in cui esprime tutta la propria brutalità e arroganza, parlando sguaiatamente e insultando la moglie, i propri commensali, il personale, e gli altri clienti.
La locandina del film |
Dell'omicidio per gelosia in cui Albert fa uccidere il proprio rivale in un modo particolarmente sadico, costringendolo a ingoiare le pagine del suo libro preferito e infine della vendetta di Georgina, che costringe Albert a mangiare le carni di Michael, cucinato dal socio cuoco di Albert, e quindi lo uccide senza pietà.
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Tutto è esagerato e antitetico: vi è un'esasperata opposizione tra rappresentazioni appetibili e disgustose del cibo e della corporalità, tra vita e morte, brutalità e raffinatezza.
Ma quello che più colpisce è l'uso simbolico e percettivo dei colori, almeno dei tre colori principalmente usati dal regista:
- il rosso
- il bianco
- il verde
Il verde come colore "connotante" la cucina del film |
Il rosso, colore dominante della sala da pranzo del ristorante |
Il bianco dei bagni dove si svolgono le scene eroticamente più coinvolgenti |
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Il momento dell'allegra e leggera conversazione, del gusto raffinato, delle risate conviviali viene appesantito da un ambiente rosso intenso, quasi amaranto, che evoca il sangue, la strage, la passione, alludendo all'omicidio che verrà consumato di lì a poco, per gelosia.
Un uso accorto delle variazioni cromatiche e di profonda efficacia artistica, comunicativa, psicologica e narrativa.
IL CUOCO, IL LADRO, SUA MOGLIE E L'AMANTE E LA TRICROMIA SIMBOLICA
Reviewed by Polisemantica
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mercoledì, giugno 19, 2019
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