Forse non tutti sanno che il testo, utilizzato da grafici, designer, programmatori e tipografi a modo riempitivo per bozzetti e prove grafiche, deriva dai paragrafi 32-33 del libro I di un'opera di Cicerone del 45 a.C.: il De finibus bonorum et malorum.
E' stato utilizzato per la prima volta nel 1500 da un anonimo tipografo per mostrare i propri caratteri; da allora è diventato lo standard dell'industria tipografica.
In informatica è usato molto frequentemente come testo riempitivo nelle prove grafiche di pagine web e come dati fittizi nella prova di funzionamento dei database.
L'uso di questo espediente, per riempire spazi altrimenti vuoti (spesso in attesa dei dati definitivi), è molto efficace grazie soprattutto all'alternanza di parole lunghe e brevi, punteggiatura e paragrafi. In questo modo viene simulato con sufficiente verosimiglianza l'impatto grafico di un testo reale, in modo particolare per quanto riguarda l'impatto estetico.
Essendo un insieme pseudocasuale di parole, ne esistono versioni differenti.
Semioticamente parlando, la sua principale caratteristica è di essere un significante senza significato, almeno nel senso tradizionale del termine.
Infatti, le parole latine riprese a casaccio per dare l'illusione della presenza di un testo coerente, non significano in realtà niente se lette cercando una sintassi e un significato.
Sono solo suoni vuoti o parole scritte in modo sequenziale ma senza senso.
Andando più a fondo della faccenda, potrebbero rappresentare un paradosso, in quanto vogliono sembrare un testo verbale, ma sono in realtà un testo visuale, riempitivo, per dare la percezione di un paragrafo scritto.
Si tratta quindi di una icona di un testo verbale che è in realtà simbolo di riempimento di uno spazio vuoto che sarà occupato da frasi con significato.
Rappresentano anche un ossimoro, unendo insieme due concetti contrapposti come la parola e l'immagine. Infatti possiamo parlarne come di una "immagine verbale".
Infine, il suo significato "tradizionale" non esiste, come abbiamo visto, ma il significante ne assume un altro, inaspettato, che è appunto quello di indicare uno spazio che deve essere riempito di senso.
Insomma, il Lorem Ipsum è il significante di una mancanza di significato che necessita di essere riempito di senso.
Di seguito riportiamo alcune versioni di questo testo.
Il passaggio standard del Lorem Ipsum, utilizzato sin dal sedicesimo secolo
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sint occaecat cupidatat non proident, sunt in culpa qui officia
deserunt mollit anim id est laborum."
La sezione 1.10.32 del "de Finibus Bonorum et Malorum", scritta da Cicerone nel 45 a.C.
"Sed ut perspiciatis unde omnis iste natus error sit voluptatem
accusantium doloremque laudantium, totam rem aperiam, eaque ipsa quae
ab illo inventore veritatis et quasi architecto beatae vitae dicta sunt
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consequatur? Quis autem vel eum iure reprehenderit qui in ea voluptate
velit esse quam nihil molestiae consequatur, vel illum qui dolorem eum
fugiat quo voluptas nulla pariatur?"
La sezione 1.10.33 del "de Finibus Bonorum et Malorum", scritta da Cicerone nel 45 a.C.
"At vero eos et accusamus et iusto odio dignissimos ducimus qui
blanditiis praesentium voluptatum deleniti atque corrupti quos dolores
et quas molestias excepturi sint occaecati cupiditate non provident,
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Itaque earum rerum hic tenetur a sapiente delectus, ut aut reiciendis
voluptatibus maiores alias consequatur aut perferendis doloribus
asperiores repellat."
IL SIGNIFICATO DEL SEGNAPOSTO LOREM IPSUM DOLOR SIT
Reviewed by Polisemantica
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venerdì, giugno 28, 2019
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1 commento:
illuminante!
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