Vittorio Sgarbi a proposito di tale attribuzione scrive su Il Giornale: "Ma per avvertirne la potenza trattenuta è sufficiente osservare il disegno della bocca, che esprime pazienza e determinazione, un’energia che è calma, meditazione, preparazione, in difesa della fede per cui ha accettato il martirio. La forza di Lorenzo è interiore, è certezza della presenza di Dio. Il suo volto può essere accostato a quelli di San Ludovico da Tolosa, del Gattamelata, del Davide, per l’eroismo della testimonianza: un vero e proprio specchio di un’anima, documento di sensibilità religiosa, e di integrità spirituale. San Lorenzo è pronto al martirio, con serenità e certezza dei valori per i quali ha testimoniato".
Il San Lorenzo attribuito a Donatello |
Il codice mimetico, inteso come capacità di imitare e di esprimere le proprie emozioni con il volto, rientra per definizione nella sfera della dimensione plastica, all'interno della pragmatica, vale a dire l'insieme delle relazioni che intercorrono tra i segni e i personaggi che li utilizzano.
Serve a definire e connotare un personaggio rappresentato, al pari degli altri codici che lo accompagnano: prossemico, cinesico, dell'abbigliamento e dell'architettura.
Il riferimento di Sgarbi al "disegno della bocca, all'energia calma e determinata del suo volto" come segni di attribuzione dell'opera non fa altro che confermare l'utilizzo del codice mimetico da parte di Donatello: il viso del santo diviene un vero e proprio specchio dell'anima, simbolo "della sua integrità spirituale".
E questo codice mimetico è caratteristico del grande artista fiorentino: basta una semplice comparazione del «San Lorenzo» con il «San Ludovico da Tolosa», con il «Gattamelata» e con il celebre «Davide» per scoprire le affinità evidenti.
Una vera e propria firma dell'opera.
San Ludovico di Tolosa |
Gattamelata |
David |
IL CODICE MIMETICO: LA FIRMA DI DONATELLO SUL SAN LORENZO RITROVATO
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lunedì, aprile 25, 2016
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