Costituiscono le famose icone stilizzate, in gergo diagrammi, di due figure antropomorfe, che sono simbolo delle Muse, definite inquietanti anche a causa della illogicità e stravaganza della loro forma e collocazione, che compongono l'allegoria dell'ispirazione artistica.
Le muse inquietanti è un olio su tela composto da Giorgio de Chirico nel 1917-1918. conservato in una collezione privata. |
La presenza di diversi simboli all'interno del dipinto rende avvincente una sua interpretazione.
Il castello sullo sfondo è un riferimento a Ferrara, città dove nacque la pittura metafisica, teatro del cruciale incontro con Carlo Carrà nonché luogo di fondamentali riflessioni estetiche.
Il manichino eretto in primo piano potrebbe essere la raffigurazione di Ippodamia, personaggio mitologico che, durante la battaglia dei Centauri e dei Lapiti, attese l'esito dello scontro con inquietudine, un sentimento che contribuì a ispirare il titolo all'opera.
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Secondo le categorie eidetiche la musa in piedi tende a far percepire un'idea di tensione e trepidazione, mentre quella seduta, più morbida e rotonda, di calma, riflessione.
L'inquadratura in campo medio ha lo scopo di sottolineare le relazioni intercorrenti tra i vari elementi compositivi.
La prospettiva, volutamente imperniata su differenti punti di fuga, converge sullo sfondo, nella rappresentazione del Castello Estense di Ferrara, affiancato ad una fabbrica.
Proprio lo sfondo, con le sue architetture, rivela un'ulteriore antitesi, evidenziata dall'accostamento tra le torri delle ciminiere, e quelle del Castello Estense di Ferrara: un equilibrio instabile tra modernità e tradizione che sarà poi ripreso anche dall'arte cinematografica di Michelangelo Antonioni.
L'incoerenza degli accostamenti morfologici e cromatici, della stravagante pseudo prospettiva, il polisindeto visivo dei vari oggetti che compongono le figure, sono parte integrante della corrente "metafisica" ideata da de Chirico, che tende a dare una sensazione di mistero e inquietudine allo spettatore.
Da notare anche il climax di angoscia e di disperazione che, come ha sottolineato Eugenio Borgna, "rinasce dalle figure senza occhi e dai loro volti prosciugati: destando l'immediata impressione di un silenzio stupefatto e lacerante".
GIORGIO DE CHIRICO E LE MUSE INQUIETANTI
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domenica, settembre 23, 2018
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