Papa Francesco, in ossequio al santo di cui prende il nome, tende a inviare sempre più spesso un messaggio in armonia con quello lanciato settecento anni fa da colui che fu ribattezzato da Rossellini nel suo celebre film del 1950 "il giullare di Dio".
Francesco invia un messaggio di gioia, in antitesi con la tristezza e il pessimismo che invadono la nostra società.
Ci dice usando un atto linguistico direttivo e una funzione conativa:"Non siate mai uomini, donne tristi: un cristiano non può mai esserlo. Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento".
Continua poi: "La gioia non nasce dal possedere tante cose, ma dall'aver incontrato una persona: Gesù, dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili, e ce ne sono tanti. E in questo momento viene il nemico, il diavolo, mascherato da angelo e insidiosamente ci dice la sua parola: 'Non ascoltare Gesù'. Noi accompagniamo, seguiamo Gesù, ma soprattutto sappiamo che Lui ci accompagna e ci carica sulle sue spalle: qui sta la nostra gioia, la speranza che dobbiamo portare in questo nostro mondo. Portiamo a tutti la gioia della fede".
Per un non credente il diavolo e l'angelo sono dei simboli, dell'ottimismo e della speranza contro il pessimismo e la disperazione. Per un credente sono presenze invisibili ma reali.
Il suo grido, il suo ammonimento è una funzione conativa ma anche quasi una preghiera che fa a tutti gli uomini, valida per credenti ma anche per atei: "Per favore, non lasciatevi rubare la speranza!". È il papa di tutti, che parla all'Uomo prima che al cattolico, che indica la speranza come il più grande bene dell'umanità.
Quella stessa stessa speranza che rimase nel vaso di Pandora, nel mito greco che racconta di quando tutti i mali invasero il mondo, uscendo dal vaso della troppo curiosa ragazza, e dentro di esso rimase però la speranza, che permise all'umanità di sconfiggerli.
Quella stessa "anche la speme, ultima dea fugge i sepolcri" per l'ateo Foscolo, ma non per il credente che vive nella metaforica 'luce' della bontà, che sa, con certezza che va oltre la medesima "beata speranza" di vivere felice e per sempre, nell'aldilà.
Poi il Papa ha dato appuntamento ai giovani di tutto il mondo a Rio de Janeiro dove è stata organizzata l'edizione di quest'anno della Giornata Mondiale della Gioventù. "Preparatevi bene - ha esortato i giovani, Jorge Mario Bergoglio - perché quell'incontro sia un segno di fede per il mondo intero".
Un segno che è contemporaneamente un indice della voglia di essere insieme e testimoniare la propria fede intorno al papa, un simbolo della Chiesa gloriosa e gaudiosa, e un'icona di quello che è il "corpo di Cristo", cioè la comunità dei fedeli, tutti insieme, che è poi, sempre la Chiesa stessa.
FRANCESCO PAPA DELLA GIOIA: L'ANGELUS DELLA DOMENICA DELLE PALME E IL GIULLARE DI DIO
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domenica, marzo 24, 2013
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