Avete presente il gioco su "app" dedicato alla saga di Swampy, il coccodrillo gentile e ordinato che è costretto a vivere in una fogna cittadina in antitesi ai compagni coccodrilli senza buon gusto, che amano mangiare sacchi di spazzatura e stanno spesso a litigare tra loro?
Lui è un animo gentile, ama l'arte, la poesia, le paperelle gialle di gomma e adora fare il bagno con il sapone e l'acqua pulita in un mondo/fogna sempre pieno di fango o veleno e abitato da coccodrilli che pare non si accorgano nemmeno della bruttura che li circonda, anzi ci sguazzano.
È l'archetipo dell'innocente. Con la sua acqua pulita è nel pieno della propria realizzazione, non ha quindi alcuna meta ulteriore da raggiungere. Potrebbe tendere solo alla caduta e teme quindi la perdita di tale stato di benessere, la perdita del Paradiso, proprio con la mancanza del suo elemento naturale.
La natura ludica, tipica del videogioco, impone, come accade spesso in questi casi, un modello attanziale allargato, dove il giocatore, attante finale della "comunicazione ludica", diventa anche l'aiutante principale, in grado di contribuire al benessere di Swampy.
Cranky, l'alligatore in perenne competizione con Swampy, è in antitesi con il protagonista e riveste il ruolo di opponente nell'ipotetico modello attanziale. |
SWAMPY, IL METAFORICO COCCODRILLO PULITO
Reviewed by Polisemantica
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venerdì, febbraio 16, 2018
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