Damnatio memoriae è una locuzione in lingua latina che significa letteralmente 'condanna della memoria'.
Nel diritto romano indicava una pena consistente nella cancellazione della memoria di una persona e nella distruzione di qualsiasi traccia potesse tramandarla ai posteri.
Si trattava di una pena particolarmente aspra riservata agli hostes, ossia ai nemici di Roma e del Senato.
Ora, con i mezzi di comunicazione odierni è oltremodo complicato operare una effettiva "damnatio memoriae" in senso stretto contro i "nemici" politici.
Pare che allora gli esponenti dell'Unione Europea abbiano optato, per uno dei loro peggiori nemici, Silvio Berlusconi, a una forma alternativa di condanna, per combatterlo in campagna elettorale (perché ormai è chiaro a tutti che la UE è parte in causa attiva nella campagna elettorale italiana).
Così Olli Rehn, commissario UE, ha deciso di osteggiare Berlusconi con una implementazione della memoria, cercando di ricordare a tutti che " L'Italia aveva preso impegni di consolidamento di bilancio nell'estate 2011 per facilitare l'intervento Bce nel mercato secondario per acquistare titoli di Stato: quando il governo Berlusconi decise di non rispettare più gli impegni assunti il costo del finanziamento per lo Stato è aumentato soffocando la crescita dell'Italia, poi con la formazione del governo Monti la situazione si è stabilizzata."
Insomma, paradossalmente, con un'antitesi della damnatio memoriae, si vogliono ottenere i medesimi risultati di cancellazione della figura politica che si perseguiva già nel periodo dell'antica Roma.
OLLI REHN, LA UE, BERLUSCONI E LA DAMNATIO MEMORIAE
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martedì, gennaio 29, 2013
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1 commento:
Non è possibile cancellare una figura come quella di berlusconi perché una figuraccia, quando è stata fatta, tutti se la ricordano...
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