Qui vediamo quello di Ingroia.
Intanto, come ormai da tradizione, il partito viene impersonato da un nome.
Questo implica non una condivisione di ideali comuni, quanto piuttosto la visione della vita pubblica e della società da parte di un individuo conosciuto, che la propone agli altri e li invita a seguirlo.
In tal modo Ingroia diviene quasi prosopopea dei suoi ideali [figura retorica che consiste nel personificare e dare voce a concetti ], egli stesso simbolo del suo partito e il simbolo del partito è in effetti simbolo di Ingroia [ne deriva che il partito "è" Ingroia].
Interessante l'uso nel simbolo politico dell'icona stilizzata del dipinto "il Quarto Stato" di Pelizza da Volpedo che è esso stesso simbolo della rivoluzione dei lavoratori sfruttati e stanchi, in un gioco a scatole cinesi: un simbolo contiene un'icona che contiene un simbolo.
Il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo del 1901 |
Altro elemento degno di nota è la scritta "Rivoluzione civile" a cui al termine "Rivoluzione" di per sé connotativo di scontri, travolgimenti, disordini, viene accostato l'aggettivo "civile" per suggerire implicitamente che i disordini non ci saranno e che la rivoluzione avverrà in un clima corretto il che è di per sé un ossimoro, ben diverso, per esempio, dallo slogan "disobbedianza civile" cui si appellava il pacifista Gandhi e che ebbe gli effetti che tutti conoscono.
RIVOLUZIONE CIVILE DI INGROIA: IL SIMBOLO DELL'OSSIMORO
Reviewed by Polisemantica
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domenica, dicembre 30, 2012
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1 commento:
*Gandhi (l'H al posto giusto)
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