VOTA ANTONIO: IL CONCEPT DEI PARTITI


Il simbolo, per esistere, deve essere condiviso. Se io e un mio amico decidiamo che un segnale con una croce arancione, messo all'interno di un ospedale, significa che è vietato fare rumore, tale segnale, se non divulgato, sarà comprensibile solo a noi due, quindi, non essendo condiviso dalla maggior parte degli altri destinatari, non avrà senso, quindi non esisterà. Si potrebbe inserire al di sotto della croce arancione la scritta "vietato fare rumore", ma un simbolo che ha bisogno di una scritta per essere comprensibile, non è un simbolo, ovvero non esiste.

Tale considerazione è lapalissiana, comprensibile intuitivamente da chiunque.

In queste ultime elezioni, fra marchi e loghi politici, i simboli si producono a iosa. Il problema che ognuno di loro ha perso riconoscibilità. I politici tentano continuamente di riproporsi sotto altre spoglie per essere rieletti, e si camuffano dietro bandiere dai colori e dai segni sempre diversi.

Ora il problema è che ogni brand, e quindi anche quello politico, ha bisogno di tempo per essere introiettato (e quindi riconosciuto come tale) da un destinatario.

Il povero elettore, invece, a ogni elezione, si ritrova con brand sempre nuovi e non è più in grado di riconoscersi in quel particolare segno, come accadeva al tempo dello scudo crociato o della falce e martello su fondo rosso.

I politici, intuito ciò, che fanno per risolvere? Scrivono sotto il nuovo marchio, quello che intendono comunicare, cioè il nome del partito [altrimenti chi se lo ricorderebbe?] magari utilizzando tutti il medesimo concept... ecco quindi i vari Popolo delle Libertà con un arcobaleno come la Sinistra arcobaleno di Bertinotti, o come il simbolo dei Verdi, e che per essere chiaro ha necessità di scrivere per esteso il proprio nome e addirittura "Berlusconi presidente".

Dall'altra parte politica troviamo il Partito democratico, con la scritta "Veltroni presidente", che altrimenti nessuno capirebbe di cosa si tratti. Lo stesso accade per l'UDC [Casini presidente], La destra [con la scritta "Santanchè presidente"] e via di seguito.

Insomma, più che di un partito sembra si tratti di una emanazione della personalità del politico capolista.

Il brand per essere riconoscibile ha bisogno di forme e colori ben definiti, di un concept chiaro e memorizzabile e soprattutto di tempo sufficiente per essere memorizzato.

Tutto quello che manca ai loghi dei nostri partiti.

Non ci rimane che vedere scritto "Vota Antonio" sul prossimo manifesto elettorale.

Dal film «Gli onorevoli» - del 1963 - la famosa sequenza:


 
VOTA ANTONIO: IL CONCEPT DEI PARTITI VOTA ANTONIO: IL CONCEPT DEI PARTITI Reviewed by Polisemantica on sabato, marzo 29, 2008 Rating: 5

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