IL DUOMO DI LUCCA E I SUOI SIMBOLI: IL CANE, IL VOLTO SANTO E IL LABIRINTO.


La cattedrale di San Martino a Lucca fu fondata da San Frediano nel VI secolo, riedificata da Anselmo da Baggio, vescovo della città,e poi papa con il nome di Papa Alessandro II nel 1060 ed infine rimaneggiato tra il XII e il XIV secolo.

All'interno di questo scrigno di marmo si trovano tesori indicibili e innumerevoli simboli.

Di tutti quelli presenti, ne tratteremo tre, i più famosi, ovvero il monumento funebre a Ilaria del Carretto, il Volto Santo e il Labirinto.



Il monumento funebre a Ilaria del Carretto è una scultura del 1407 di Jacopo della Quercia, commissionata da Paolo Guinigi per la moglie Ilaria del Carretto, che  morì, a soli venticinque anni, di parto. Fu la seconda delle quattro mogli di Paolo Guinigi, signore di Lucca tra il 1400 e il 1430 e dette alla luce due figli, Ladislao e Ilaria Minor.

Monumento funebre di Ilaria del Carretto - il cane, simbolo di eterna fedeltà

La prima moglie di Paolo Guinigi fu la undicenne Maria Caterina Antelminelli. Il matrimonio pare non fu mai consumato e la giovanissima sposa morì quasi subito dopo le nozze. Il monumento è icona della giovane e simbolo dell'amore che dura anche dopo la morte.

Tale concetto viene più esplicitamente rappresentato dal cane che veglia la sua padrona addormentata, simbolo di fedeltà imperitura.

Santo Volto di Lucca

Il Volto Santo  è un crocifisso ligneo, icona di Gesù Cristo, che la leggenda definisce un'immagine acheropita, che significa "non fatto da mano (umana) e che è stato al centro di una diffusa venerazione in tutta Europa fin dal Medioevo. Studi moderni hanno notato una quasi perfetta somiglianza con i tratti del volto presente sulla Sacra Sindone.

Il crocifisso dovrebbe essere stato scolpito, secondo la tradizione, da Nicodemo, discepolo di Gesù, che con Giuseppe d’Arimatea depose il corpo di Cristo nel sepolcro. Nicodemo iniziò a scolpire il legno, ma a un certo punto si addormentò per la stanchezza e gli angeli durante la notte scolpirono il volto di Gesù.

È conservato nel tempietto a pianta centrale costruito da Matteo Civitali nel 1484, nella navata sinistra della cattedrale.

Tempietto di Matteo Civitali del 1484 che ospita il Santo Volto di Lucca

Si narra che durante il periodo delle persecuzioni il Volto Santo venne sempre tenuto nascosto, fino a quando non venne ritrovato dal Vescovo Gualfredo dentro una grotta che  lo mise su una nave e lo affidò al mare per salvarlo.

Una notte un angelo apparve in sogno al vescovo di Lucca, Giovanni, e gli disse di recarsi al porto di Luni perché stava per arrivare una nave con una scultura  del vero volto di Cristo.

Infatti la nave arrivò a Luni, nel 742, ma gli abitanti non vollero lasciare ai lucchesi il crocifisso. Per dirimere la faccenda, si decise di mettere l’opera su un carro trainato da due buoi, lasciando a Cristo la scelta tra Luni e Lucca.

I buoi si diressero verso Lucca e ai lunensi venne lasciata come risarcimento, un’ampolla col sangue di Cristo che si trovava all’interno della croce.

Il Volto Santo, arrivato a Lucca venne posto nella basilica di San Frediano, nella cappella di Sant’Agostino, ma il mattino seguente venne ritrovato nell’orto vicino alla chiesa di San Martino. In seguito a questo segno si decise che sarebbe stato il Duomo di Lucca ad accogliere per sempre la Santa Croce.

Santo Volto di Lucca - particolare

Il fatto che la scultura, in legno di cedro del Libano, sia di colore scuro è indice dell'illuminazione con candele e ceri che con il loro fumo hanno contribuito ad annerirlo.

Accanto alla scultura un calice porta un calzare d'oro appartenente alla figura del Santo Volto.

Il calzare si trova lì, anziché al piede di Cristo, come l'altro, in quanto, narra la leggenda, pare fosse stato il dono di Gesù a un povero giullare, che non avendo niente da offrire al Signore del Mondo, si mise a suonargli, dinanzi alla Sua immagine lignea, una melodia. Però, appena il menestrello lo prese, ringraziando per il dono, venne accusato dai lucchesi di furto e quando provò a raccontare quello che era avvenuto nessuno gli credette e  fu imprigionato.

Quando però i chierici provarono a rimettere il calzare al Crocifisso non ci riuscirono, nemmeno dopo molti tentativi e capirono che il menestrello aveva detto la verità. Quindi fu liberato e al posto del calzare gli venne data una generosa somma. Il calzare però non rientrò mai più al piede del Cristo.

Santo Volto di Sansepolcro

Il Volto Santo è un'opera che gode tuttora di grande venerazione, eppure pare che l’originale non sia quello conservato nella chiesa di San Martino a Lucca, bensì il crocifisso che si trova nel Duomo della città di Sansepolcro, in provincia di Arezzo, risalente al VIII-IX secolo.

Fu così noto al punto da essere citato da Dante nella Divina Commedia, nel canto XXI dell’Inferno.

Labirinto di Lucca

Infine, altro elemento denso di simbologia è il Labirinto che si trova scolpito sopra una pietra del porticato antistante la cattedrale di San Martino di Lucca

L'epigrafe posta a fianco del labirinto recita:

HIC QUEM CRETICUS EDIT DEDALUS EST - LABERINT - HUS DE Q(U)O NULLU - S VADER - E QUIVIT - QUI FUIT - INTUS - NI THESE US - GRAT - IS ADRIAN - E STAMIN - E IUTUS

"Questo è il labirinto che costruì il cretese Dedalo dal quale nessuno che ci rimase dentro potè uscire se non Teseo aiutato per le sue grazie dal filo di Arianna"

Il suo valore simbolico è triplice:

Si trova sul pilastro che sorregge il campanile, simboleggiando la centralità di Lucca, tappa fondamentale peri pellegrini diretti a Roma attraverso la via Francigena.

Rappresenta il viaggio, non solo fisico, ma anche spirituale dei pellegrini, per ritrovare la retta via per raggiungere la meta agognata, la Salvezza.

E' simbolo della vita umana, irta di difficoltà, di percorsi che sviano, di tentazioni che fanno perdere, ma anche di una via, un percorso sicuro, che se seguito, porta infallibilmente l'anima a incontrare Dio. Tale "filo d'arianna" sono naturalmente il Vangelo, gli insegnamenti di Gesù e quelli della Chiesa.



E' interessante notare che alle sette circonvoluzioni tipiche del labirinto cretese e romano, il labirinto medievale passa a undici, numero che rappresenta il peccato, stando fra il 10, simbolo dei comandamenti e il 12, simbolo degli apostoli.

Alcuni studiosi hanno attribuito la realizzazione del labirinto ai Templari, per le similitudini con quello presente nella cattedrale di Chartres, in Francia e per il fatto che la zona ospitasse una sede di questo ordine cavalleresco, che insieme ai cavalieri del Tau, vigilava sull'incolumità durante dei pellegrini durante il loro viaggio di fede.

Oltre alla simbologia prettamente cristiana, c'è anche chi vi ha scorto elementi di simbologia framassonica.

Occorre sapere che i maestri Comacini, corporazione di imprese edili itineranti composte da professionisti specializzati, attive fin dal VII-VIII secolo, furono i precursori di una Massoneria Operativa, ispirata a principi di Fratellanza e Unione.

La colonna tortile posta accanto all'icona del labirinto, sul pilastro, detta ofitica, da ofis, serpente in greco, riconoscibile per la particolare lavorazione a nodo piano arrotolato, era particolarmente utilizzata dai comacini.

Secondo tale simbologia il labirinto ci invita a percorre senza perderci, penetrando nel passato, una via che è già tracciata.

Tale icona è simbolo del fatto che esiste un ciclo ordinato che porta all'omphalos, l'ombelico del mondo, il Centro Sacro.

Labirinto di Lucca - particolare

Stando ad alcune fonti storiche, pare che a Lucca, i condannati a morte fossero portati di fronte al labirinto: coloro che, al primo tentativo, erano in grado di risolvere l'enigma, e trovare la via per uscirne, venivano graziati, in quando si credeva che tale capacità fosse il simbolo sia della benevolenza divina che della loro redenzione dal male che avevano commesso.


IL DUOMO DI LUCCA E I SUOI SIMBOLI: IL CANE, IL VOLTO SANTO E IL LABIRINTO. IL DUOMO DI LUCCA E I SUOI SIMBOLI: IL CANE, IL VOLTO SANTO E IL LABIRINTO. Reviewed by Polisemantica on lunedì, gennaio 28, 2019 Rating: 5

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