APOCALITTICI E INTEGRATI - BARBARA CASTORINA



Apocalittici e integrati è il ciclo di interviste a intellettuali e protagonisti della comunicazione, per ragionare del presente e del futuro della comunicazione.

Partecipa alla discussione Barbara Castorina,  fondatrice di Visverbi, laboratorio culturale che si fa promotore di progetti innovativi capaci di interpretare al meglio i caratteri della comunicazione contemporanea e fa da “agente” ai giornalisti curando i contratti, contattando le trasmissioni e le reti televisive.

Visverbi, inoltre, organizza e promuove le rassegne D’AUTORE, un proprio progetto culturale divenuto ormai appuntamento imperdibile per tutto il mondo dell’informazione italiana.



In che stato versa, secondo lei, la comunicazione televisiva, radiofonica, web e cartacea oggi in Italia? È sana o avrebbe bisogno di qualche cura?

Se parliamo di comunicazione in generale non mi sembra che quella italiana versi in condizioni particolarmente negative. I settori che si sono adattati all’innovazione ne hanno giovato. La comunicazione televisiva, per esempio.

Oggi, attraverso le smart tv, l’interazione tra mobile devices e tv con la regia di internet ha reso la comunicazione molto più forte, allargando la platea di riferimento. Siamo martellati di comunicazione, attraverso ogni strumento che usiamo e mezzi come la tv, che sembravano destinati a morire in favore di mobile devices, vivono una seconda giovinezza, grazie alle app, alle serie tv, ai palinsesti personalizzati.

La radio ha usato molto bene la tecnologia, dai podcast fino al dab, puoi ascoltare live la radio ovunque nel mondo. Inoltre, la radio è davvero multicanale, la puoi ascoltare sulla tv, sui cellulari, sui pc, oltre che sulle radio, ovviamente.

La comunicazione web è la più complessa, probabilmente perché è ancora in evoluzione. La normativa cerca di stare al passo con la diffusione del web, ma non sempre ci riesce. Pensiamo alla privacy, al trattamento dei dati, ai rischi dei social network. I social hanno consentito a chiunque di essere un comunicatore, disintermediando il tutto. E’ un bene? Difficile a dirsi, io, personalmente, non credo.

Chi fa più fatica è probabilmente la comunicazione sui più tradizionali supporti cartacei, quella che meno è riuscita a innovarsi, per oggettivi limiti intrinseci. Oggi funziona solo settorialmente, o per cluster di destinatari.




2) Secondo lei esiste una differenza fra informazione e comunicazione?

Un tempo la distinzione era molto più netta, oggi è tutto più sfumato. Le grandi aziende sono diventate media company, i giornali vendono sempre meno pubblicità tabellare proponendo progetti di comunicazione integrata.

La disintermediazione rende tutto più fluido e confuso.

I social network spesso sono terreno di coltura per fake news, in questo contesto la differenza tra comunicazione e informazione tende a evaporare.




3) Vale ancora la pena oggi, per un giovane, dedicarsi allo studio della comunicazione e ambire a lavorare in questo contesto?

Sicuramente, anzi secondo me questo è un momento molto interessante per questo settore.

L’importante è sempre l’apertura e la curiosità. E anche la creatività che, grazie alla multicanalità dei media, è sempre più rilevante.

Puoi stare in un ufficio stampa e produrre comunicati in serie da inviare ovunque ma i risultati probabilmente non saranno soddisfacenti, né per te, né per i tuoi clienti.

Oggi bisogna cambiare prospettiva e lavorare in modo creativo con azioni mirate e costruite su misura per ogni singolo cliente.

A parte questo, la comunicazione ha senza dubbio una parte molto tecnica in cui la tecnologia può essere di grande aiuto, ma il fattore umano è ancora fondamentale



4) La frase "televisione cattiva maestra" è, considerando la situazione attuale in Italia e nel mondo, condivisibile?

Oggi abbiamo centinaia di canali, digitale terrestre, tv satellitari, pay tv e smart tv.  La possibilità di scelta è libertà e affrancamento, anche dai cattivi maestri.

Da tutto questo però terrei fuori la TV  di Stato che dovrebbe avere la mission di essere una buona maestra.




5) Netflix, le webserie, i reportage su web, i videoblog sostituiranno completamente la fruizione video televisiva o no?

Ma no.

Io ho un  televisore collegato ad internet con tutte le app possibili. Mi creo il mio palinsesto e vedo anche i canali della tv generalista quando voglio.

Ciò che cambia è la possibilità di vedere un programma quando vuoi. Magari sarà la diretta (a meno che non si tratti di eventi unici come la finale di Sanremo) ad essere indebolita, ma la fruizione proprio no.

Prendiamo Sky: nell’audience dei programmi viene calcolato anche l’ascolto differito e per valutare il successo di un programma come XFactor vengono considerate   le interazioni con twitter e le visualizzazioni su YouTube.

Ma Se non ci fosse quel programma realizzato in quel modo magistrale, tutto il resto non esisterebbe.





6) Lei si definirebbe apocalittico o integrato?

Se mi definissi apocalittica probabilmente avrei difficoltà a fare questo lavoro.

Con tutti i media che ci sono oggi, con le possibilità che ci sono di diffondere i contenuti, al massimo potrei definirmi un’apocalittica integrata.

Del resto lo stesso Umberto Eco aveva previsto questa opzione, oltre 50 anni fa.
APOCALITTICI E INTEGRATI - BARBARA CASTORINA APOCALITTICI E INTEGRATI - BARBARA CASTORINA Reviewed by Polisemantica on martedì, gennaio 29, 2019 Rating: 5

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