GIULIO CESARE DI VENDITTI, FIGURE RETORICHE DEL NON-PASSATO

La canzone "Giulio Cesare" è stata dedicata da Antonello Venditti al Liceo Classico di Roma in cui il cantante fece le scuole superiori.

Il componimento si basa su una serie di figure retoriche, tra le quali sineddochi, prosopopee, similitudini e antitesi.

Per esempio "Tutti belli ed eleganti tranne me" è un'antitesi tra Antonello e i suoi compagni belli ed eleganti, come "Eravamo trentaquattro e adesso non ci siamo più, E seduto in questo banco ci sei tu" lo è tra il prima e il dopo, tra il 1966 e il 1986, data di pubblicazione della canzone.

Il Liceo che ha dato origine alla canzone
"Sta crescendo come il vento questa vita mia" è una similitudine tra la vita e il vento, come " Sta crescendo oh come me". Troviamo poi "Paolo Rossi era un ragazzo come noi".

Venditti spiegò che: "a tutti sembrò il Paolo Rossi del Mondiale di Spagna era invece un omonimo, il primo morto negli scontri tra studenti e polizia a Roma, sulla scalinata della facoltà di Legge, che appunto nel ’66 era un ragazzo come me. Un nome banalissimo, buono per un eroe immortale come Paolo Rossi dei mondiali e per uno studente morto quando e come non doveva morire."

Paolo Rossi, un nome che diviene simbolo dell'eroismo
"Mio padre una montagna troppo alta da scalare" è una metafora.

La metafora è una figura retorica che implica un trasferimento di significato. Si ha quando, al termine che normalmente occuperebbe il posto nella frase, se ne sostituisce un altro la cui "essenza" o funzione va a sovrapporsi a quella del termine originario creando, così, immagini di forte carica espressiva. in Polisemantica è una icona trasformata in figura retorica.

La metafora della montagna per raccontare il rapporto con il padre
Il vento, la rabbia, lo stesso Liceo Giulio Cesare sono prosopopee, così come "Coraggio di quei giorni miei. Coscienza voglia e malattia di una canzone".

La prosopopea si ha quando si fanno parlare o agire idee, concetti astratti, oggetti inanimati o animali, come se fossero persone.

Il Giulio Cesare negli anni '60
Vi è anche un quadrato semiotico che pone in reciproca relazione due termini antitetici in grado di relazionarsi tra loro: il passato e il presente.
  • Passato - lui e i suoi compagni di scuola del 1966;
  • Presente - il Giulio Cesare, che è sempre il liceo del quartiere Trieste;
  • Non Passato - "la voglia di cantare una canzone ancora mia" che continua per tutta la vita dell'artista;
  • Non Presente - i ragazzi che frequentavano nel 1986. erano il presente all'uscita della canzone, ora non più.
Una canzone nostalgica, di successo, e ricca di strutture semiotiche.

Ecco il testo:

Eravamo trentaquattro quelli della terza E
Tutti belli ed eleganti tranne me
Era l'anno dei mondiali quelli del '66
La regina d'Inghilterra era Pelé

Sta crescendo come il vento questa vita mia
Sta crescendo questa smania che mi porta via
Sta crescendo oh come me

Eravamo trentaquattro quelli della terza E
Sconosciuto il mio futuro dentro me
E mio padre una montagna troppo alta da scalare
Nel Paese una coscienza popolare

Sta crescendo come il vento questa vita mia
Sta crescendo questa rabbia che mi porta via
Sta crescendo oh come me

La giovane Italia cantava
Davanti alla scuola pensavo viva la libertà
Tu dove sei?
Coraggio di quei giorni miei
Coscienza voglia e malattia di una canzone ancora mia
Ancora mia

Nasce qui da te qui davanti a te Giulio Cesare

Eravamo trentaquattro e adesso non ci siamo più
E seduto in questo banco ci sei tu
Era l'anno dei mondiali quelli dell'86
Paolo Rossi era un ragazzo come noi

Sta crescendo come il vento questa vita tua
Sta crescendo questa rabbia che ti porta via
Sta crescendo oh come me

L'estate nell'aria brindiamo alla maturità
L'Europa lontana partiamo viva la libertà
Tu come stai?
Ragazzo dell'86
Coraggio di quei giorni miei
Coscienza voglia malattia di una canzone ancora mia
Ancora mia

Nasce qui da te
Qui davanti a te
Giulio Cesare

Ed ecco la videoclip


GIULIO CESARE DI VENDITTI, FIGURE RETORICHE DEL NON-PASSATO GIULIO CESARE DI VENDITTI, FIGURE RETORICHE DEL NON-PASSATO Reviewed by Polisemantica on giovedì, giugno 21, 2018 Rating: 5

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