LA CATTEDRALE DI NOTRE-DAME, CALEMBOUR SIMBOLICO


Un testo è una successione coerente e ordinata di concetti tra due punti della comunicazione.

Da questo punto di vista Notre Dame a Parigi è un testo plastico ricco di simbologia e polisemantico, ovvero con molteplici significati.

L'architettura, le vetrate e le decorazioni scultoree di Notre Dame furono fortemente rimaneggiate, anche dal punto di vista iconografico e simbolico, nel XIX secolo da Eugène Viollet-le-Duc per rimediare ai danni e alle distruzioni apportati durante la Rivoluzione francese. Quindi gran parte di ciò che oggi ammiriamo non è quindi un prodotto originale della mentalità del Medioevo, ma una sua reinterpretazione.

Nell'area in cui oggi sorge la cattedrale, si trovava un tempio pagano dedicato a Giove,costruito per volere di Caio Giulio Cesare dopo la resa di Vercingetorige del 52 a.C. e la successiva ricostruzione di Lutezia. Su di esso fu poi costruita una più antica cattedrale, dedicata a santo Stefano che precedette l'attuale edificio e che non esiste più.

La cattedrale si trova sull'Île de la Cité, isola sulla Senna, nel centro della città di Parigi;

Fra gli elementi originali medievali ritroviamo il rosone centrale che fu restaurato da Eugène Viollet-le-Duc ma non rimaneggiato totalmente.



L'iconografia intende celebrare del mistero dell'Incarnazione. 

La composizione è imperniata sui numeri 3 e 12, ripresi dallo Speculum Maius di Vincenzo di Beauvais, simboli rispettivamente della eterna perfezione divina e del tempo umano, che è effimero percorso terreno che però conduce verso l'eternità.

Il rosone si si sviluppa infatti su tre cerchi concentrici con, nel mezzo, la Madonna in trono col Bambino.

Nel cerchio interno, sono raffigurati dodici profeti; in quello mediano, i dodici segni zodiacali e i vizi, nel terzo i dodici mesi e le virtù.

Vista nel suo insieme la facciata occidentale, affiancata dalle torri campanarie gemelle, è metafora della lettera H.

Nell'alfabeto ebraico la hêt (H) è composta graficamente dall'unione di altre due lettere, una wâw e una zaîn, unite da un piccolo ponte. La prima allude al collegamento tra terra e cielo mentre la seconda simboleggia la sovranità divina sul mondo fenomenico.

È inoltre l'iniziale della parola hayìm (vita) e di Havvà (Eva). Allude quindi all'idea della madre, e per i credenti la Madre per eccellenza è Maria, madre di Dio.

Questo codice architettonico è un prototipo che si allaccia all'archetipo della Madre e verrà stereotipato da altre chiese costruite a partire dal XIII secolo dedicate al culto mariano.

A Notre Dame le icone inviano un messaggio, i simboli un altro
L'intera cattedrale, pur essendo com'è ovvio un testo religioso, dedicato a illustrare iconicamente la vita e la figura di Maria  è anche un testo con ulteriori significati cabalistici e alchemici.

Quindi, le icone hanno un significato, ma i simboli rimandano ad altro.

Un esempio di tale polisemia lo si trova sulla misteriosa e originale dedica del transetto sud in cui appare la scritta:

«Anno Domini MCCLVII mense Februario idus secondo hoc fui inceptum Christis genitus honore kallensi lathomo vivente Johanne Magistra.»

La traduzione letterale di questo motto è la seguente:

«Nell'anno del Signore 1257, il secondo giorno delle idi di Febbraio, quest'edificio è stato dedicato alla Madre di Gesù Cristo da Mastro Giovanni, il cavapietre di Chelles.»

Applicando la cabala fonetica, nota agli ermetismi, secondo lettore modello, oltre ai fedeli della Chiesa, si scopre un testo nascosto.

Notre Dame è stata creduta per secoli un testo per iniziati al'alchimia
La parola "anno" designa l'anello o il cerchio metallico, emblema del Sole. La parola "Domini" lo indica dominante, alto sull'orizzonte.

Le lettere "MC" sono acronimo di Medium Coeli. "CLVII" è la coniugazione del verbo cluere, che può essere tradotto  "esaltare, essere illustre, brillare".

"Mense" oltre a essere tradotto con "mese" è anche derivazione da mensio, "pesare, misurare". "Februario" oltre a tradurre il mese di Febbraio, indica l'azione di purificare. "Idus" non significa solo Idi, cioè il 15 di ogni mese, ma potrebbe essere una storpiatura del verbo "iduo", che potrebbe significare "separazione".

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Così, di traduzione in traduzione, attraverso il ricorso alla funzione metalinguistica, si ottiene infine un possibile altro senso alla iscrizione:

«A mezzogiorno pesa e misura (la materia prima). Purifica e separa. Consacra il crogiolo generatore, libera con prudenza lo spirito imprigionato nella materia. Vivificalo con il fuoco e (tramite lui) giungi alla Grande Natura.»

Una lettura polisemantica delle raffigurazioni della cattedrale
Forse tale traduzione, un calembour, nata dall'applicazione della cabala fonetica è eccessivamente di parte, ma per secoli fu tenuta in considerazione da generazioni di alchimisti che videro nella casa di Dio dedicata a Sua Madre, un testo iniziatico, comprensibile pienamente solo agli adepti.

Il calembour è un termine preso a prestito dalla lingua francese che indica un particolare gioco di parole, basato sull'omofonia di parole che si scrivono in maniera identica o simile ma hanno significato diverso.

Quindi appare che la cattedrale è un testo dal duplice significato, sia religioso che alchemico, ma quello che può parere una contaminazione, non fa altro che sottolineare la natura propria dei luoghi sacri, in cui il sovrannaturale si incontra con il mondo materiale, il divino con l'umano.

Appare con tutta evidenza il carattere e funzione primordiale della cattedrale, portale di accesso a dimensione altra da quella terrena, quindi luogo di incontro e fusione del 3 e del 12, ovvero, come già scritto, della perfezione e dell'imperfezione, dell'Eternità e del Tempo.
LA CATTEDRALE DI NOTRE-DAME, CALEMBOUR SIMBOLICO LA CATTEDRALE DI NOTRE-DAME, CALEMBOUR SIMBOLICO Reviewed by Polisemantica on lunedì, aprile 15, 2019 Rating: 5

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