ACTA DIURNA E DI MARTEDI DI FLORIS


La puntata odierna di "Acta Diurna" continua il suo viaggio alla scoperta degli elementi e meccanismi inconsci di persuasione o di influenza della percezione del pubblico di telespettatori presenti nelle più note trasmissioni di approfondimento giornalistico e talk show.

Oggi andiamo a scoprire i meccanismi e le strutture del programma di Martedì, condotto da Giovanni Floris su La7, concentrando la nostra attenzione sulla puntata del 27/11/2018 




SCENOGRAFIA 

Simboli, categorie eidetiche, cromatiche e codici prossemici

Lo studio è ellittico, quindi una forma circolare chiusa, che richiama l'idea della chiusura, elite, privilegio di esserci, di essere presenti per assistere a un determinato evento.

E' organizzato in più livelli, per inviare l'inconscia idea di poter osservare un avvenimento da più punti di vista.

Rimanda anche all'immagine del teatro romano, anzi a una contaminazione fra teatro e anfiteatro, alludendo al fatto che in studio si dia origine a una particolare rappresentazione del mondo e della realtà, ma anche che quello sia luogo deputato a scontri, come avveniva nell'arena romana..

Il colore preminente all'inizio della puntata è il blu, tinta che evoca l'idea della affidabilità, riflessione, autorevolezza, calma. Il colore cambia in giallo ai tre quarti della puntata, per inviare un messaggio di variazione, cambiamento, sino a essere rosso verso la fine. Questo stratagemma aumenta la dinamicità della scenografia.

Il pubblico è parte integrante della rappresentazione, divenendo sineddoche del Pubblico a casa e in senso lato della popolazione italiana.

La sigla, volutamente semplice, con tratti quasi infantili, crea un metatesto in cui la parola Marte, in bianco è accompagnata a ogni lato dalla preposizione "di".

Si evoca il dio della guerra, Marte, per alludere al fatto che in studio ci sarà battaglia con discussioni accesa tra esponenti di parti avversarie, implicando quindi che il programma sia animato da nobilissimi intenti di dare voce a tutti, alla luce del perfetto pluralismo democratico.

Il concetto del dio Marte è rimarcato dal personaggio, di cui appare solo il viso con l'elmo in testa, icona del dio della guerra.

Tutto intorno al titolo, ruota un sistema solare estremamente semplificato, alludendo che il programma è una sorte di Sole, di stella intorno cui tutto ruota.

Al centro dell'arena sono disposte due poltrone di legno, spartane e schematiche. Al centro vi è un cubo di legno quale sedile destinato a Floris, sorta di arbitro della competizione.

Le  due poltrone, che secondo i codici prossemici, trovandosi una di fronte all'altra, inviano l'idea inconscia di agone, dibattito fra forze antitetiche, sono destinate agli ospiti.

In seguito aumentano le postazioni a sedere, man mano che arrivano i nuovi ospiti (che sono tutti di idea politica contraria a Di Maio, che viene posto in minoranza numerica).



DINAMICHE PRESENTI IN STUDIO

Soggetti, aiutanti, opponenti

Gli ospiti della puntata sono i vicepresidenti del Consiglio Matteo Salvini e Luigi Di Maio, Maurizio Martina del Pd, Pier Luigi Bersani fondatore Mdp, Claudio Durigon, sottosegretario Ministero del Lavoro, Cesare Damiano del Pd, Claudia Segre, presidente Global Thinking Foundation, Francesca Donato, progetto Eurexit, Antonio Maria Rinaldi, economista, i direttori Mario Calabresi (La Repubblica), Maurizio Molinari (La Stampa), Alessandro Sallusti (Il Giornale), Massimo Giannini (Radio Capital), Lucia Annunziata (Huffington Post), Alan Friedman, giornalista e scrittore, Maria Latella conduttrice Sky, il giornalista Roberto Cotroneo, l’avvocato Aduc Emmanuela Bertucci, il fisico Carlo Rovelli, il presidente di Ipsos, Nando Pagnoncelli. In copertina Gene Gnocchi.


Il conduttore tende inizialmente a mettersi in disparte e a governare in silenzio la "tenzone" tra le posizioni antitetiche dei due ospiti in studio, al minuto 4,30, Di Maio e il direttore di Repubblica, organo di stampa avverso al governo gialloverde, Mario Calabresi.

Ognuno dei due contendenti è sia soggetto che la lo scopo di far valere il suo punto di vista, sia opponente dell'altro ospite.

Tale antitesi è sottolineata dall'uso pressoché continuo del monitor diviso in due sezioni in cui una occupata da un ospite e l'altra dal suo interlocutore opponente.

Poi però, già intorno al min. 7,30, Floris interviene nella discussione, comportandosi più da opinionista che da conduttore, e con battute e domande retoriche tende a indebolire la posizione di Di Maio, denigrando le motivazione che il ministro va ad esporre sul contestatissimo reddito di cittadinanza.

Diviene quindi opponente di un ospite e aiutante dell'altro, magari finendone le frasi, o suggerendo il termine esatto che in quel momento sfugge, come accade al minuto 30,55 con l'Annunziata, abbandonando la posizione neutrale dell'arbitro.

Durante la trasmissione poi tende a parlare sopra le dichiarazioni di Di Maio, con il quale non è d'accordo e non interviene mai e men che meno si sovrappone a quelle di Calabresi.

Si arriva a un punto in cui Di Maio è messo chiaramente in minoranza e deve subire l'attacco, giustificato e comprensibilissimo, da parte del suo opponente Calabresi, ma anche quello meno sportivo, almeno dal punto di vista di una competizione con arbitrato, dell'arbitro stesso.

La trasmissione continua vedendo Di Maio sempre attaccato da vari ospiti in quella che più che a una "singolar tenzone" sembra trasformarsi in un processo in cui il ministro è l'imputato.

Lo schema cambia con l'arrivo di Bersani, cui Floris fa una intervista pacata e tranquilla e gli permette di esprimere completamente e senza alcun contraddittorio le sue idee, anzi, fungendogli talvolta da aiutante.

Si ricrea un momento di minoranza numerica quando entra in studio Rinaldi, economista controcorrente rispetto al mainstream, che si deve confrontare non solo con Giannini, Sallusti e Bersani, aspri opponenti del governo gialloverde e quindi anche delle idee economiche da Rinaldi propugnate, ma anche con il conduttore, che tende a esprimere le sue opinioni continuamente e tali opinioni sono manifestatamente a favore di quello che potremmo definire "l'Ancient Regime".

Floris al 1h32 accoglie in studio Salvini e gli fa un'intervista in cui lo incalza, con domande e commenti che rivelano il fatto che il suo personale modo di interpretare la realtà è diametralmente opposta a quello del ministro dell'Interno.

Giornalisticamente parlando è un'ottima intervista, peccato però che il medesimo trattamento non sia stato riservato a Bersani che propugnava tesi gradite al conduttore.




CODICI PARALINGUISTICI

Tono e volume di voce, velocità di dizione, sovrapposizioni, codici mimetici, gestuali e prossemici.

Gli applausi del pubblico sono una variabile percettiva fenomenale del programma per orientare da una parte o dall'altra l'opinione pubblica.

Il fatto che il pubblico sottolinei con applausi determinati passaggi nella discussione, aumenta il valore delle parole appena pronunciate, rendendole percettivamente encomiabili e ricche di buonsenso a chi segue dalla tv la trasmissione.

Ricorda la tecnica delle risate che si sentono in sottofondo durante gli episodi di "Mr Bean", serie comica inglese famosissima in tutto il mondo.

Naturalmente non ci è dato sapere se gli applausi sono pilotati dalla regia o nascono spontanei nel pubblico.

Se fossero pilotati dalla regia, il lavoro sarebbe comunicativamente encomiabile, in quanto il fatto di far applaudire, talvolta, anche alle affermazioni che chi, in una trasmissione condotta da un giornalista dichiaratamente di sinistra, non è in linea con la filosofia di quella parte politica, rende ancora più valide e ammanta di veridicità le affermazioni fatte dagli ospiti "amici".

La strutturazione della trasmissione "a doppio schermo", che inquadra sempre due contendenti per volta, serve innanzitutto a creare le antitesi e la percezione delle opposizioni, poi permette di osservare i codici mimetici dell'ospite nel momento in cui non parla, aumentano significativamente la densità comunicativa della trasmissione con "non detti", che vengono percepiti dallo spettatore più eclatanti e sonori delle parole stesse.



CONTAMINAZIONE DI GENERI

Presenza o meno di contaminazione, quindi di infotainment

Tranne per quanto riguarda i due siparietti di Gene Gnocchi, a metà puntata, che irride e deride fatti e personaggi, nel suo momento comico, non appaiono elementi che facciano pensare a un caso di infotainment, a meno che non si voglia considerare questa trasmissione una contaminazione solo perché si usano tutti gli elementi trattati in questa analisi (codici mimetici, figure retoriche, simbologie, categorie cromatiche e via dicendo) usati per rendere più avvincente la discussione in studio.



USO FIGURE RETORICHE

Metafore, similitudini, allegorie per rendere più efficace la veicolazione del proprio messaggio

Calabresi, abile comunicatore, al min. 5.02 usa la metafora del padre che promette al figlio di comprargli la bicicletta nuova, fargli fare splendide vacanze, regalargli il televisore nuove ma che poi ha un grande debito da ripianare con la banca per parlare della attuale situazione in Italia e al messaggio politico del governo, pieno di promesse che poi si riveleranno disattese.

Bersani, maestro di metafore, ne usa una , "l'idrovora" per accennare al timore di un balzo gigantesco del debito pubblico per spesa corrente dopo la manovra economica del governo, intorno al minuto 44,20.

Parla poi della "diplomazia del sorriso", "è un rubinetto che non si chiude più" o "devo farmi il segno di croce","non è che si piglia si somiglia, ma chi si somiglia si piglia" (un chiasmo)  usando espressioni metaforiche che rendono i concetti che intende esprimere estremamente più chiari, avvincenti e quindi efficaci.

Sullo sfondo, un maxischermo mostra l'immagine di una bimba, prosopopea dell'Italia, riconoscibile dalla corona a forma di mura turrite,che cammina in equilibrio su un filo teso, allegoria della condizione del nostro Paese che deve sempre fare equilibrismi per mantenersi in piedi.



USO DI MESSAGGI SUBLIMINALI

Inferenze, impliciti, presupposizioni

Al minuto 13,24 Floris esclama "è il lavoro mio. Vuole farlo lei dal Ministero?" rispondendo a Di Maio che osservava che il conduttore facesse il lavoro di regia, indicando all'operatore di inquadrare le copie delle prime pagine di Repubblica.

In questa affermazione, detta in tono scherzoso, vi è una non troppo velata allusione al dubbio della Sinistra che Di Maio intenda  regolamentare la stampa al punto da imbavagliarla, dirigendola dal Ministero che rimanda all'istituzione del MinCulPop di fascista memoria.

Interessante l'esclamazione di Floris a 1h34,20 "Abbiamo la regia leghista" perché non appaiono al momento previsto i cartelli in maxischermo con gli articoli della Costituzione da usare contro Salvini e il suo operato, che implica che visto che di solito tutto è organizzato perfettamente in trasmissione è perché "Di martedi" è una trasmissione libera che non è manovrata dal governo che altrimenti, se prendesse in mano la Rete, come si dubita stia facendo con la Rai, toglierebbe libertà e imbavaglierebbe la libera informazione.



USO DI MAXISCHERMI METATESTUALI

Interventi ospiti da esterni, sovradimensionati e quindi iperbolici. Si sottolinea la bontà o l'inanità delle opinioni degli ospiti inquadrando i maxischermi per catturare spesso le loro espressioni facciali o i gesti.

Come in tutte le trasmissioni di questo genere, anche in Dimartedi, il maxischermo è presente. Durante il primi 15 minuti di discussione tra Di Maio e Calabresi, viene inquadrata Lucia Annunziata, sempre ripresa mentre osserva e ascolta con estrema attenzione la parole dei contendenti.




CONCLUSIONE


Floris è un conduttore brillante, preparato e capace, ma, per essere coerente con lo spirito che anima la trasmissione, dovrebbe evitare di manifestare così chiaramente il suo orientamento politico, limitandosi a fare da arbitro fra i vari contendenti.

A parte le sue "simpatie" e "antipatie" esplicite che lo portano a  fare opposizione agli ospiti portatori di idee "sgradite" all'emittente, all'editore e probabilmente anche a lui, la trasmissione è tutto sommato sufficientemente pluralista.

E' vero che c'è sempre un ospite in minoranza costretto a sostenere un dibattito in cui ha tutti contro, anche il conduttore, ma, considerato il "modus operandi" di molti suoi colleghi, nella trasmissione Di Martedi è comunque possibile, per tutti, esprimere la propria visione del mondo senza eccessive denigrazioni o manipolazioni.

Anche il fatto che si siano tenuti divisi i momenti "seri" da quelli "comici" crea un buon equilibrio ed evita di generare eccessiva contaminazione di generi, dando vita a un buon talk show giornalistico.

Insomma, è di parte, ma con un certo rispetto per le idee degli altri.
ACTA DIURNA E DI MARTEDI DI FLORIS ACTA DIURNA E DI MARTEDI DI FLORIS Reviewed by Polisemantica on lunedì, dicembre 10, 2018 Rating: 5

1 commento:

franca ha detto...

Infatti per quanto avete scritto e che io condivido in pieno e questo vale per tutti i programmi della La7, io di Martedi non lo guardo



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